Vallefoglia, baby strupratori, espulsa
la madre: dovrà tornare in Marocco

Vallefoglia, baby strupratori, espulsa la madre: dovrà tornare in Marocco
di Simonetta Marfoglia
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Giovedì 8 Novembre 2018, 10:11
PESARO - Ha sette giorni di tempo per lasciare l’Italia, e quindi Vallefoglia, Sana Allam, la madre dei due fratelli del branco di Butungu oggi in carcere per l’escalation di stupri e violenze compiute nell’estate di un anno fa sulla spiaggia di Rimini. Dove non era ancora giunto l’appello del sindaco Palmiro Ucchielli al ministro Salvini («Deve espellere questa donna clandestina dal nostro territorio») è arrivato l’iter della legge, che magari ha i suoi tempi, ma prima o poi arriva.
La donna, di origini marocchine, 45 anni, madre di quattro figli di cui due ancora con lei, si è vista respingere il ricorso presentato contro un precedente decreto di espulsione emesso nei suoi confronti e ieri è stata denunciata dai carabinieri per non aver ottemperato alle disposizioni violando la legge sull’immigrazione clandestina.
  
Contemporaneamente è stata colpita da un nuovo decreto di espulsione con l’obbligo di lasciare nel giro di una settimana o poco più l’Italia e tornare in Marocco dove già dall’estate scorsa si trova il marito, Mohammed Louennous, 51 anni, trasferito alla fine dello scorso giugno dal carcere di Villa Fastiggi, dove stava scontando una pena residua. Anche l’uomo aveva presentato ricorso contro il decreto di espulsione ma nella circostanza il tribunale di Sorveglianza di Ancona l’aveva rigettato, rimarcando «l’innegabile lungo curriculum penale» e «l’oggettivo comportamento dei figli» evidenziando altresì come l’esempio paterno abbia «contributo alla cattiva formazione». All’uomo è stata anche tolta la patria potestà con la conseguente nomina di un tutore.

Quattro i figli della coppia, tutti ancora minorenni. Due in carcere a scontare la condanna a 9 anni e 8 mesi per gli stupri di gruppo compiuti a Rimini e due affidati alla madre. Il destino di questi ultimi è ora a un bivio: tecnicamente dovrebbero seguire la madre nel Paese di origine, ma in caso di “abbandono” saranno i servizi sociali a farsene carico. I carabinieri della stazione di Vallefoglia si sono presentati ieri pomeriggio a casa della donna - un alloggio popolare ricavato dalla riqualificazione dell’ex Molino di Pontevecchio - e l’hanno accompagnata in Questura a Pesaro per gli accertamenti. Sana Allam non ha documenti in regola nè permessi. Espletate le pratiche l’hanno denunciata e le hanno consegnato il nuovo decreto di espulsione con l’intimazione dei sette giorni per andarsene da Vallefoglia e dall’Italia.
La donna probabilmente se l’aspettava ma ha giocato sul guadagnar tempo e sul fatto che i figli più piccoli, che frequentano le scuole a Vallefoglia, fossero stati affidati a lei, anche in considerazione che entrambi sono nati in Italia. Sana Allam non ha un lavoro e fino questo momento sono stati i servizi sociali del Comune di Vallefoglia a prendersi carico di lei e dei figli. Qualche settimana fa era stato il sindaco Ucchielli a scrivere al vicepremier Salvini in qualità di responsabile del Viminale spiegando che i Loueunnous dovevano ricongiungersi in Marocco: «Per il bene della famiglia e della comunità tutta».
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