Solo venti rifiuti al Codma di AstraZenica, ma il medico esclude i pazienti fragili

Le vaccinazioni ieri mattina al Codma
Le vaccinazioni ieri mattina al Codma
di Massimo Foghetti
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Mercoledì 24 Marzo 2021, 07:05 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 20:54

FANO - Dopo aver iniziato con le prime dosi di AstraZeneca domenica scorsa, al Codma è prevalsa la necessità di somministrare i richiami di Pfizer, quindi è stato solo ieri che la vaccinazione con AstraZeneca è ripresa regolarmente.

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I timori suscitati dagli effetti collaterali provocati dal vaccino, che hanno indotto nei giorni scorsi l’Ema, l’autorità sanitaria europea, ad effettuare una pausa delle vaccinazioni per approfondimenti, stanno provocando sempre meno rinunce; già ieri al Codma chi ha rifiutato il vaccino è stato in numero minore di quanti a Pesaro l’hanno rifiutato domenica scorsa.  In mattinata sono stati poco più di una ventina.

Gli effetti della comunicazione
«Gli effetti positivi della comunicazione incominciano a vedersi – ha evidenziato il dottor Augusto Liverani, responsabile del dipartimento di Igiene e sanità pubblica dell’Asur – trarre un consuntivo è ancora prematuro, dato che abbiamo ripreso a somministrare il vaccino di AstraZeneca da poco; posso dire che, considerando quelli che non si presentano per varie ragioni, quelli che vengono considerati soggetti fragili e i rifiuti veri e propri potremo arrivare a 1 su 8. La situazione comunque è molto variabile, anche se con l’andar del tempo, passata l’emotività dei primi giorni, è prevedibile che i rifiuti diminuiscano sensibilmente».

Ieri al Codma in totale circa 300 pazienti sono stati vaccinati. Fin dalle prime ore del mattino, in una giornata assolata, ma resa rigida dal vento di bora che ha soffiato con intensità, una lunga fila di auto si è incolonnata all’interno dell’area del Codma.

L'attesa in auto
Nessun utente ha comunque dovuto aspettare il suo turno all’esterno, grazie alla perfetta organizzazione assicurata dalle associazioni di volontariato aderenti alla protezione civile e ai grandi spazi disponibili, ognuno ha atteso il suo momento all’interno del veicolo.

Cortese e disponibile è apparso il personale medico e infermieristico; nonostante qualche perplessità, la maggioranza degli ultraottantenni che ha ottenuto il vaccino, anche se si trattava di AstraZeneca, è apparsa soddisfatta; ora comunque dovrà aspettare parecchio tempo per effettuare il richiamo, dato che la seconda vaccinazione, potendo protrarsi per 12 settimane, è stata comunicata anche per il mese di giugno.

Non pochi sono stati i pazienti considerati fragili ai quali, a giudizio del medico presente, era sconsigliabile l’uso del vaccino AstraZeneca, che non viene somministrato ai malati oncologici in fase avanzata, agli immunodepressi, ai dializzati, agli ammalati di leucemia, a chi è affetto da sclerosi multipla, da grave scompenso cardiaco e da altre patologie particolarmente invalidanti. A tutti costoro è stato dato un altro appuntamento per potersi vaccinare o con Pfizer o con Moderna.

L’unico rimedio al virus
La vaccinazione è stata considerata dai più come un obbligo da osservare, quindi l’hanno accettata con una buona dose di fatalismo, non è mancato comunque chi è apparso estremamente convinto della bontà della operazione, in quanto per i medici la vaccinazione rimane il più efficace rimedio per sconfiggere la pandemia.

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