Urbino, società di recupero crediti: sei condannati per estorsione e rapina all'imprenditore

Urbino, società di recupero crediti: sei condannati per estorsione e rapina all'imprenditore
Urbino, società di recupero crediti: sei condannati per estorsione e rapina all'imprenditore
di Eugenio Gulini-
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Giovedì 22 Settembre 2022, 11:36 - Ultimo aggiornamento: 17:47

URBINO - Sono stati condannati per estorsione e rapina dal Tribunale di Urbino 6 dei 9 imputati collegati alla società di riscossione crediti Ises di San Marino per i metodi poco ortodossi con cui avevano fatto valere le rivendicazioni economiche dell’imprenditore Carlo Marini di Petriano nei confronti dell’imprenditore Diego Cecchini.

Quest’ultimo era stato aggredito fisicamente nella sua azienda e, secondo gli atti del processo, era stato costretto a versare 72mila euro all’Ises e quasi 44mila euro a Carlo Marini.

La sentenza

La sentenza è stata emessa ieri mattina dal collegio giudicante presieduto Massimo Di Patria e composto anche da Vito Savino e Vera Colella.

Al principale imputato Francesco Vallefuoco, originario della Campania ma attivo nella zona di San Marino e di Rimini e già in carcere perché condannato in Romagna per vicende simili per estorsione aggravata dal metodo mafioso, è stata comminata la pena di 3 anni e 4 mesi di reclusione e 750 euro di multa oltre alla pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. Sono stati condannati in concorso Salvatore Lionetti a 2 anni di reclusione e 400 euro di multa, Vincenzo Salomone a 2 anni di reclusione e 400 euro di multa, Lucia Esposito a 1 anno e 8 mesi di reclusione e 400 euro di multa, Gennaro D’Amore a 1 anno e 8 mesi di reclusione e 400 euro di multa. A Pasquale Perrone, ritenuta la continuazione con i fatti giudicati con la sentenza del Tribunale di Modena, esecutiva dal primo ottobre 2019, sono stati inflitti 6 mesi di reclusione e 100 euro di multa in aumento alla pena. I sei imputati sono stati condannati anche al pagamento delle spese processuali. Pena sospesa per Lucia Esposito e Gennaro D’Amore.

Il risarcimento

I condannati dovranno risarcire il danno, da definire in separata sede, subìto dalla vittima Diego Cecchini, che si è costituita parte civile. Il fatto risale al 2010. Nei confronti dell’imprenditore Carlo Marini, che invece di rivendicare legalmente il proprio credito si era rivolto alla società coordinata da Francesco Vallefuoco, è caduta l’accusa, derubricata in esercizio arbitrario delle proprie ragioni, per avvenuta prescrizione del reato. Prescritti anche i reati di lesioni personali e danneggiamento di cui erano imputati Lionetti, Salomone e Perrone. Non si è proceduto nei confronti di Giovanni Abete, perché nel frattempo è deceduto. L’unico assolto per non aver commesso il fatto è Giuseppe Vallefuoco, fratello di Francesco.

Le richieste

Tra gli imputati ieri in aula era presente solamente Salvatore Lionetti, detenuto e perciò scortato dalla polizia penitenziaria. Il procuratore della Repubblica Andrea Boni nella sua requisitoria aveva sollecitato la condanna per 8 dei 9 imputati. Gli avvocati difensori invece ne avevano chiesto l’assoluzione per non aver commesso il fatto o per prescrizione del reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni.

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