URBINO - Per riavere la patente ritirata per guida in stato di ebbrezza aveva fatto fare gli esami del sangue al figlio. Il Tribunale collegiale di Urbino ha condannato a sei mesi Piero Micheli, ex direttore dell’ufficio controlli dell’Agenzia delle Entrate di Pesaro difeso dagli avvocati Aldo Valentini e Andrea Casula. Assieme a Micheli, erano a processo anche la dentista Maria Gabriella Cioppi di Urbino, difesa da Alessandra Repaci, Giampaolo Garbugli, capo della Polstrada di Urbino, difeso dall’avvocato Gabriele Marra, e Umberto Sciamanna, ex funzionario del Commissariato di Urbino, difeso da Michele Ambrosini.
Tre assolti
Questi ultimi tre – come riporta Il Ducato - sono stati assolti dai giudici collegiali, Egidio De Leone, Francesca D’Orazio e Alessandra Conti, perché il fatto non sussiste in quanto la legge sulle intercettazioni è cambiata e le stesse intercettazioni non potevano essere usate dai giudici. «A fare la differenza sono stati il cambiamento della norma sugli abusi d’ufficio e il cambiamento della legge sulle intercettazioni che non ha reso possibile accedere a elementi utili a provare il coinvolgimento degli altri imputati» ha riferito al Ducato la stessa pm Irene Lilliu.
La vicenda è del 2013
La vicenda risale al 2013. Anche il dirigente Paolo Curina, allora responsabile del servizio di Pesaro, nell’ambito del Dipartimento di prevenzione e medicina, era finito nell’inchiesta. Ben tre le imputazioni: abuso di ufficio in concorso, falsità ideologica in atto pubblico e falsità ideologica in certificati.
La Procura in azione
In realtà Micheli non andrà a Pesaro per sottoporsi all’esame ematico ma, grazie ad un infermiere di Urbino già in pensione, otterrà il prelievo a domicilio eseguito, però, sul figlio Matteo. Curina certificherà la correttezza degli esami e la documentazione ingannerà il Giudice di Pace che sospenderà il provvedimento. La Procura di Urbino, però, ha smantellato la macchinazione.