Trovato morto nel bagno del centro commerciale: overdose per un 57enne, caccia al pusher

Trovato morto nel bagno del centro commerciale: overdose per un 57enne, caccia al pusher
di Eugenio Gulini
3 Minuti di Lettura
Lunedì 5 Ottobre 2020, 03:15
URBINO - Tragico rinvenimento sabato notte, attorno alle 23, in un bagno al sesto piano del centro commerciale di Santa Lucia, in via Antonio Gramsci. E’ stata la vigilanza, durante il giro di ispezione e controllo, a scoprire all’interno del locale ad uso toilette, riservato ai clienti, il corpo esamine di un uomo riverso a terra e senza segni di vita.

 
Immediata la segnalazione al 118, giunto sul posto con un’ambulanza e insieme ai carabinieri della Compagnia della città ducale. Il personale sanitario non ha potuto che costatarne la morte dopo aver cercato di rianimarlo. L’ipotesi è quella di un decesso per overdose.

Le indagini
La vittima, conosciuta alle forze dell’ordine per precedenti e disagi da dipendenze è stata successivamente identificato in V. G., 57enne di Urbania. divorziato, con un figlio. Informata l’autorità giudiziaria, al termine dei rilievi, la salma è stata trasferita alla camera mortuaria dell’ospedale “Santa Maria della Misericordia” non molto lontano, tra l’altro, da dove è avvenuto il ritrovamento dell’uomo che sarà sottoposto ad ulteriori accertamenti per chiarire la causa della morte. Nel bagno i carabinieri, guidati dal capitano Renato Puglisi, hanno repertato materiale messo sotto sequestro. Il sospetto è, dunque, che V. G., abbia raggiunto la toilette per poi iniettarsi della droga che gli avrebbe procurato un’ overdose e un malore, presumibilmente un arresto cardiaco respiratorio, risultati fatali. Al momento si tratta di un’ipotesi, per quanto suffragata da elementi forti. Le indagini da parte dei Carabinieri verificheranno ora la presenza di eventuali testimoni. Sul 57enne durantino è stata disposta l’autopsia per conferme tossicologiche. Il personale dell’Arma potrebbe anche prendere visione dei filmati di videosorveglianza delle telecamere poste all’esterno e all’interno del Centro Commerciale, per vedere se l’uomo ha incontrato il suo pusher (stupefacente acquistato sicuramente a Urbino visto il luogo prescelto) o se si è solo recato all’interno del bagno alla ricerca di riservatezza. Un episodio, l’ennesimo in Provincia, che getta nella disperazione la già provata famiglia urbaniese di V. G., tossicodipendente da quando era in giovane età, ma anche la comunità territoriale che dalla “Città Campus” arriva fino i confini della cosiddetta “Media ed Alta Valle del Metauro”. 

Il fenomeno
La droga, tutt’attorno a questi piccoli centri più o meno frequentati da studenti o da residenti, torna ad essere un problema istituzionale con ragazzi e persone di una certa età che vanno in “craving” (smania) di continuo. Vogliono farsi tutti i giorni. «A casa – è una storia comune - picchiano, rubano, minacciano di uccidersi e di uccidere». Le relazioni di affetto si disintegrano, davanti all’urgenza di droga. In alcuni nemmeno l’ingresso nelle Comunità risulta positivo o alleviante. Viene proprio voglia di riprendere frasi che hanno fatto storia nelle problematiche da dipendenze: se i figli cadono, chi aiuta le famiglie a tirarli su? 

© RIPRODUZIONE RISERVATA 
© RIPRODUZIONE RISERVATA