Discarica di Riceci a Petriano, iter già avviato: «Progetto abnorme, va bloccato»

Gianluca Carrabs (Europa Verde): grande mobilitazione contro un impianto che nasce obsoleto

La discarica di Cà Lucio è 5 volte più piccola di quella che dovrebbe essere allestita a Petriano
La discarica di Cà Lucio è 5 volte più piccola di quella che dovrebbe essere allestita a Petriano
di Eugenio Gulini
3 Minuti di Lettura
Lunedì 24 Aprile 2023, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 17:28

PETRIANO -  Il progetto della Discarica di Riceci a Ponte Armellina nel comune di Petriano è stato pubblicato dalla Provincia di Pesaro Urbino. «Va bloccato – sottolinea Gianluca Carrabs, della Direzione di Europa Verde - è un progetto abnorme: 5 milioni di metri cubi di rifiuti speciali non pericolosi da depositare in una delle vallate più belle delle Marche». 


Le dimensioni


Quindi questa discarica è addirittura 5 volte più grande della discarica di Ca’ Lucio di Urbino che contiene in totale 1 milione di metri cubi, il doppio di quella Ca’ Asprete di Tavullia che contiene 2,5 milioni di metri cubi.

Impegnerà una superficie di 115.790 metri quadri, con una superficie di intervento complessiva di 268.000 metri quadri. Movimenterà conferimenti per 200.000 tonnellate annui per 25 lunghissime stagioni. 


«Questo progetto non ha nessuna coerenza con la vocazione territoriale e lo sviluppo economico della nostra provincia - aggiunge Gianluca Carrabs - Le istituzioni non possono da un lato istruire il distretto biologico più grande d’Italia e poi autorizzare al suo interno una discarica. Un impianto di trattamento dei rifiuti ormai obsoleto, che l’Europa ha bandito indicando da un lato dei limiti precisi di conferimento e dall’altro le dismissioni programmate, perché appartiene ad una logica di economia lineare non più sostenibile nel nostro modello di sviluppo attuale. I rifiuti non esistono, sono materie prime e seconde che indirizzate a un nuovo processo produttivo – continua Carrabs - diventano un’opportunità economica, garantendo posti di lavoro e ricchezza per le comunità locali che ospitano gli impianti, non si può ancora proporre le discariche come soluzione della gestione dei rifiuti». 
E allora è naturale chiedersi cosa fare.


«Bisogna cambiare paradigma, passare dall’economia lineare, che produce scarti da smaltire, a quella circolare, che recupera tutto. Nel nord Europa l’economia circolare traina il Pil, nel nostro territorio escluse poche eccellenze, si continua a proporre vecchi schemi che arricchiscono solo chi li propone, con danni ambientali ed economici irreparabili per il territorio che li ospita». Come si coniuga questo progetto con tutti gli investimenti già realizzati nella valorizzazione dei giacimenti naturali, come quelli in agricoltura, nel turismo, nella ristorazione tipica, ecc.? «Aggiungo: come si fa a danneggiare tutti i cittadini che hanno costruito le loro case in campagna in una zona agricola salubre, lontana dagli impianti industriali quando dovranno assistere al passaggio di centinaia di camion e al depauperamento dei loro beni per la nascita di una discarica vicino ai loro averi».


Le reazioni


Come si sta muovendo Europa Verde? «Ho già attivato l’ufficio legale e legislativo di EV, per seguire l’iter autorizzativo - ribadisce Gianluca Carrabs - e attivato il gruppo parlamentare per compiere ogni azione politica ed istituzionale opportuna per tutelare il territorio e bloccare l’autorizzazione. Ci mobiliteremo con grande forza e determinazione, nessuno può fare business ai danni dell’ambiente e dei cittadini. Inoltre – conclude Carrabs - invito tutti i Comuni confinanti ad approvare un ordine del giorno che ribadisca l’inopportunità di questo progetto, come ha fatto già il sindaco di Petriano».

© RIPRODUZIONE RISERVATA