Urbino, delitto Lulli: scambi d'accuse
La madre di Ismaele: «Ora basta»

Il tribunle di Urbino
Il tribunle di Urbino
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Mercoledì 15 Febbraio 2017, 11:09
URBINO - Si ricomincia da Urbino. Il processo sull’efferato omicidio di Ismaele Lulli si sposta nell’aula delle udienze penali del Palazzo di Giustizia feltresco con l’eco delle parole di mamma Debora Lulli rivolte ai coimputati: «Parlano da un anno rimpallandosi colpe. Noi famigliari non ne possiamo più. Mio figlio non è più tornato a casa da quel 19 luglio 2015. Ammazzato come tutti sappiamo e trattato come un rifiuto. Loro stessi non debbono tornare alla vita».
Il Tribunale di Pesaro è ancora sottosopra per l’ultimazione dei lavori di risanamento dopo l’incendio di fine 2016 e, allora, siccome non si può più rimandare l’ udienza (quella prevista a gennaio era saltata per questo), si torna al primo piano del foro di via Raffaello, nella città ducale. L’appuntamento di oggi prevede la presenza dei consulenti di parte. Assieme agli avvocati Carlo Taormina e Salvatore Asole per la difesa di Igli Meta prenderanno la parola il criminologo Ezio Denti (ricostruzione in 3 D del delitto) e l’anatomopatologa Dalila Ranalletta di Roma, entrambi periti di Massimo Bossetti nel caso di Yara Gambirasio. Entrambi cercheranno, con i loro esami e accertamenti, di controbattere alla relazione di consulenza tecnica per la Procura di Mauro Pesaresi, specialista in Medicina Legale dell’Università Politecnica delle Marche effettuata per l’incidente probatorio e inerente al decesso dell’allora 17enne di Sant’Angelo in Vado. Mauro Pesaresi, a novembre scorso, smontò la versione di Igli, quella della cosiddetta ritrattazione: «E’ stato Marjo che si trovava davanti ad Ismaele a mollare, da quella posizione, i fendenti letali». Pesaresi non ci sta. «Ismaele fu ucciso da una mano sola, da chi era dietro, recidendo carotide e trachea. Il taglio che ha attraversato il collo da sinistra verso destra è stato dato da colui che era alle spalle della vittima». 
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