Urbino, bambino morto per l'otite
Interrogatorio fiume per i genitori

Il tribunale di Urbino
Il tribunale di Urbino
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Martedì 20 Giugno 2017, 11:21

URBINO - Interrogati in Procura, al Tribunale di Urbino, i genitori, Marco Bonifazi e Maristella Olivieri, del piccolo Francesco Bonifazi di Cagli, 7 anni, morto all’Ospedale Salesi di Ancona per le complicanze di un’otite bilaterale curata con prodotti omeopatici, non con gli antibiotici e diventata encefalite. Davanti a loro il procuratore Andrea Boni e il sostituto procuratore, titolare dell’inchiesta, Irene Lilliu. Accompagnati e assistiti dal loro avvocato, Federico Gori, hanno ribattuto - ascoltati separatatamente -, a tutto e non si sono mai avvalsi della facoltà di non rispondere entrando anche, in alcuni momenti, nei particolari.

Un interrogatorio lungo da cui è emersa la loro linea difensiva: si sono affidati alle competenze omeopatiche del medico Massimiliano Mecozzi di cui avevano piena fiducia perché erano ricorsi a lui anche in passato. L’interrogatorio di entrambi - indagati per omicidio colposo come il medico - è durato, all’incirca, 8 – 9 ore. Alla fine tutti erano spossati ma consapevoli di aver trovato nel confronto una certa trasparenza e distensione all’interno di un’indagine complessa. Il nonno materno, Maurizio Olivieri, era già stato ascoltato, nello stesso Palazzo di Giustizia, giorni addietro così come il medico del 118 arrivato in casa della famiglia Bonifazi, per trasportare il bambino, già in stato di semi incoscienza, all’Ospedale di Urbino. Entrambi sono testimoni. Lo stesso Mecozzi parlò col medico del 118. Un confronto duro tra due professionisti su cui si è raccontato tanto e non sempre in maniera omogenea e conforme che verrà, comunque, trascritto dal tecnico informatico nominato dalla Procura. Dalla traslitterazione, se tutto risulterà accessibile nella dizione, non si potranno più originare equivoci. Ci sarà anche un supplemento d’indagine, con la nomina di altri consulenti specialisti di parte. In totale 8 tra gli incarichi della Procura, del omeopata e dei genitori. La perizia medica, rispetto ai 60 giorni previsti scivolerà di un mese. Andrà chiarito se il medico Mecozzi ha omesso delle cure adeguate. Stessa accusa per i genitori.

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