Urbania, il fabbro artista Luciano Ducci
si lascia cadere dal "ponte dei suicidi"

Urbania, il fabbro artista Luciano Ducci si lascia cadere dal "ponte dei suicidi"
di Eugenio Gulini
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Venerdì 28 Dicembre 2018, 12:02 - Ultimo aggiornamento: 18:52
URBANIA - Ennesimo suicidio ad Urbania, ennesimo volo nel vuoto, senza scampo. Circa 40 metri dal parapetto scavalcato che sovrasta il fiume Metauro. Il cosiddetto ponte dei suicidi, ad Urbania, zona Abbadia, poche decine di metri dal bivio della provinciale, verso la zona industriale fa elaborare l’ennesimo dramma umano.

Una zona che dovrebbe essere “attenzionata” costantemente, onde evitare ulteriori tragedie. Questa volta ha colpito una persona cara a tanti durantini ed a molti conoscenti della media/alta valle del Metauro, dove lo spessore e la profondità personale nei rapporti con gli altri contano ancora tanto. Si tratta di Luciano Ducci, 61 anni, artista del ferro battuto e papà di Nicolò, giovane portierissimo e promessa dell’Urbania calcio, e di Giacomo, centrocampista dalla corsa fluida e combattiva del US Fermignanese. Compagno e marito di Adele, professoressa di matematica nell’Istituto locale omnicomprensivo “Della Rovere”. In diversi avevano visto Luciano, anche nei giorni precedenti, procedere lungo quel ponte. Pure ieri, nella prima mattinata.
  
I carabinieri stanno ricostruendo gli attimi precedenti all’accaduto. Con ogni probabilità la voglia di vita di Luciano cominciava a scricchiolare per quell’oscurità interna che non lascia mai intendere cosa possa accadere ad un uomo pressoché solare, come si era abituati a vedere nelle gare casalinghe dei biancorossi, al suo solito posto, nella fila alta delle poltroncine a mangiarsi con gli occhi quel figlio-giaguaro, sempre pronto a chiudere ogni varco alla difesa della sua compagine e che domenica scorsa (Nicolò, ndr) si era reso protagonista di un episodio speciale: a fine gara, dopo la vittoria contro la capolista Tolentino, era andato ad abbracciare la nonna tifosa, seduta sugli scaloni della tribuna. Un gesto splendido. Il giorno prima Luciano e la consorte Adele erano sugli spalti, a Fermignano, a tifare, con il sorriso e le emozioni stampate in volto, super-Giacomo. Ieri erano passate le 10.30, qualcuno ha visto i movimenti del 61enne e ha chiamato i carabinieri di Urbania. E’ bastato un secondo e Luciano si è fatto sconfiggere dal mostro che gli arrovellava dentro cuore e testa. Perché? Nessun biglietto ritrovato, nessun motivo manifesto che possa dare spiegazioni al tragico ed inatteso gesto.
 
«Non ci sono elementi per far pensare a qualcosa di diverso da un suicidio» spiegano gli inquirenti. I carabinieri, notato il cadavere, hanno chiesto l’ausilio dei vigili del fuoco di Urbino e del 118. I pompieri lo hanno recuperato adagiato nel basso fondale del Metauro, sulla destra, rispetto il percorso che porta verso la zona industriale. Il medico legale ha constatato il decesso e svolta una ispezione cadaverica. La morte per i traumi legati alla caduta. Il 61enne è stato riconsegnato alla famiglia per l’allestimento del funerale che si terrà oggi alle 15.
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