Link, Università privata di Medicina all'ex Bramante di Pesaro. Perchè i rettori dicono no

Università privata di Medicina all'ex Bramante di Pesaro. Perchè i rettori dicono no
Università privata di Medicina all'ex Bramante di Pesaro. Perchè i rettori dicono no
di Eugenio Gulini
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Lunedì 6 Febbraio 2023, 03:35 - Ultimo aggiornamento: 15:07
PESARO Primo stop al progetto della Link di sbarcare a Pesaro attraccando al complesso dell’ex Bramante. Passo indietro: l’ex Bramante è in vendita e la Link, ateneo privato con sedi a Roma e a Napoli, attraverso il suo amministratore delegato Giovanni Mearelli, ha fatto un’importante offerta a Cassa Depositi Prestiti che tratta la compravendita dell’immobile. L’intenzione della Link è quella di aprire a Pesaro dei corsi universitari, tra cui Medicina e Chirurgia e Scienza della Formazione primaria, ma tra il dire e il fare c’è di mezzo anche un complesso e lungo iter burocratico e amministrativo.  


L’iter e i pareri


Un cammino che prevede una serie di semafori verdi, tra cui il via libera della Conferenza dei rettori al progetto. Ed è stata subita paletta rossa. Adesso la palla, con un’ulteriore decisione, ce l’ha in mano il Ministero dell’Università e Ricerca. «Rispettiamo la decisione dei rettori marchigiani e il loro parere, anche se per noi è sfavorevole - commenta Mearelli - Spiace perchè probabilmente non si è compreso bene il nostro progetto che è nell’interesse di tutti, comprese la città di Pesaro e la regione Marche. Portarlo avanti può arrecare vantaggi molteplici. Ma noi non demordiamo e continuiamo il nostro percorso in tutte le sedi nelle quali possiamo perseguire legalmente il nostro obiettivo, che riconfermiamo in toto. La nostra convinzione resta comunque che su queste tematiche ci sia la più ampia concertazione possibile. Nel frattempo tengo a ribadire alcuni numeri: i dati ufficiali dicono che mancano 40.000 medici e 80.000 infermieri. Se si pensa agli insegnanti di sostegno a scuola anche in questo caso i dati ufficiali segnano un deficit importante che promette di peggiorare: si parla di oltre 100.000 insegnanti in meno». 

Il nostro progetto


«Il nostro progetto è molto serio ed importante per il territorio marchigiano e riteniamo – insiste Giovanni Mearelli - debba essere dibattuto altrettanto seriamente nelle sedi competenti.

Creare, aggiungere offerta formativa, lo consideriamo da sempre un valore in sé. Soprattutto in ambito educativo, sanitario e di istruzione». Sulla questione si era già espresso pubblicamente, qualche giorno fa durante una conferenza stampa, anche il rettore Giorgio Calcagnini di UniUrb: «Se si dà il via ad atenei privati – ha dichiarato Calcagnini – per noi ci saranno grossi problemi. Società di capitali importanti stanno entrando nella formazione universitaria». Va detto che in questo momento la stessa Politecnica delle Marche, che ad Ancona ha la facoltà di Medicina, ha da anni aperto a Pesaro una sede per il corso universitario di Scienze infermieristiche e altri corsi universitari tra UniUrb e Politecnica sono spalmati su Pesaro. Tradotto: all’orizzonte forse c’è un problema di “concorrenza”. 


Mano tesa


Giovanni Mearelli però non cerca né la polemica né lo scontro: «Il progetto, ripeto, va ad integrare e non a sostituire gli attuali corsi universitari esistenti, non sottrae allievi. Considerato il bacino nazionale al quale la “Link” si rivolge e gli studenti che iscrive, potrebbe dare una grossa mano, anche in termini di finanza regionale, alle Marche. Due corsi del genere potrebbero portare, a Pesaro, un indotto importante, specie nel periodo dell’anno in cui il traino del turismo balneare viene meno. Siamo convinti che Pesaro – conclude Mearelli - ravviverà il suo interesse anche in considerazione del nuovo impiego di un edificio come l’ex Bramante Genga, al quale i pesaresi tengono moltissimo come ci aveva detto proprio il sindaco Ricci». La Link, insieme all’offerta a Cassa Depositi Prestiti, ha inoltrato richiesta ufficiale anche alla Regione Marche. Dopo il no della Conferenza dei rettori a giorni formalizzerà la domanda al Ministero dell’Università e della Ricerca. 
 

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