ANCONA - «Fino ad oggi - spiega l'arcivescovo di Pesaro e Urbino - abbiamo immaginato la diocesi come un cerchio con un centro, da domani sarà un'ellisse con due fuochi (Pesaro e Urbino, dove abiterò ex aequo). Sempre con un centro, che non è il vescovo, bensì Cristo». Tira il freno monsignor Sandro Salvucci, nominato arcivescovo anche di Urbino oltre che di Pesaro, con l'unificazione delle due diocesi: quella di Urbino-Urbania-Sant'Angelo in Vado e quella di Pesaro.
Stop parole
Stop polemiche, stop parole. «Sono intervenute tante voci "fuori dal coro" - prosegue l'ex triparroco e oggi bivescovo - in gran parte ospitate dalle cronache locali, molte di esse, lasciatemelo dire, decisamente "stonate", alcune perfino strampalate. Abbiamo letto interventi di politici di ogni orientamento e di esponenti della cultura. Li ringrazio tutti per l'attenzione verso la Chiesa e per il ruolo che le viene riconosciuto, ma c'è un ma. Tutti, chi più chi meno, manifestano un limite sostanziale: parlano della Chiesa con categorie mondane. Gesù Cristo, a cui sempre la Chiesa deve riferirsi come al suo fondatore, ammonisce i suoi discepoli dicendo che essi sono 'nel' mondo, ma non sono 'del' mondo».
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