Costi dell'energia alle stelle, a luglio imprese chiuse o operai al lavoro durante la domenica

Costi dell'energia alle stelle, a luglio imprese chiuse o operai al lavoro durante la domenica
di Vèronique Angeletti
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Sabato 9 Luglio 2022, 04:35

PESARO - Non c’è fine al peggio. Con le bollette gas e elettricità di luglio, arriverà alle aziende un ulteriore aggravio del costo dell’energia. Un vero e proprio salasso. Il kw/h dai 6-7 centesimi del 2021, è salito a 22-24 centesimi a inizio anno e, in questi ultimi quindici giorni, è quasi raddoppiato (40-43 centesimi). Stessa sorte per il metro cubo di metano pagato il triplo dell’anno scorso a fine giugno (90 centesimi) e che oggi ha superato 1,50 euro.

Andrea Baroni, il direttore di Confindustria Pesaro e Urbino e Procuratore del Consorzio Confindustria Energia Adriatico, avverte: «Tra gas ed elettricità, le aziende della nostra provincia che consumano in media 750 milioni di kwh e 50 milioni di mc di gas pagheranno nel 2022 800 milioni di euro in più rispetto al 2020 e al 2021. Un drammatico aumento che sta mettendo a rischio la sopravvivenza di molte aziende». Provocatorio, se il governo Draghi continua a non intervenire con misure opportuni ed efficaci, suggerisce alle imprese di «rivedere il piano ferie o di programmare le produzioni in funzione delle quotazioni più convenienti delle commodities energetiche». Provocazione che però potrebbero essere la salvezza: chiudere subito a luglio, il mese dove gli italiani consumano più corrente elettrica, o lavorare la domenica. Anche perché gli ultimi eventi non lasciano spazio all’ottimismo. «Siamo presi in una tenaglia – entra nel merito Baroni -. Per sfuggire agli aumenti e alle limitazioni del gas russo, abbiamo chiuso accordi con la Libia e il Medio Oriente che, in accordo con Mosca, stanno allineando i prezzi. A cui si aggiunge l’aggravante siccità. Ferme le centrali idroelettriche ma più di tutto, da una settimana, importanti centrali termoelettriche sul Po». Due a Torino, una a Mantova che tiravano sabbia e non acqua per raffreddare i condensatori del vapore. Altri 2.400 megawatt in meno. «Il che - spiega - ha fatto di nuovo alzare il prezzo dell’energia elettrica e, nella scia, quello del gas. A cui si aggiunge, proprio questo mese, una nuova tassa. La “Capacity Market». Semplificando è una tariffa che aiuta Terna, la società che gestisce la rete elettrica, a supportare i maggiori costi per garantire ai distributori locali l’approvvigionamento. Costi che i venditori di energia ridistribuiscono ai consumatori finali. «Il corrispettivo – spiega Baroni – fissato nelle cosiddette 500 ore di maggior disagio è concentrato per lo più sui mesi di gennaio, febbraio e luglio». Il che spiega l’avvertimento agli associati di calcolare bene i propri costi di produzione. Lo scenario peggiora ancora alla luce delle nuove dinamiche commerciali. «Invitiamo le aziende - rafforza - a chiudere i contratti al più presto poiché ci sono dei fornitori di gas e di elettricità che non intendono prendere nuovi clienti dopo il mese di settembre, alcuni addirittura dopo agosto. In particolare, per il gas metano, contingentato. Questo perché non possono garantire la fornitura durante l’anno termico». Dinamiche che potrebbero portare le aziende fornitrice di elettricità a” scegliere” i clienti partendo dai loro bilanci che questo mese sono depositati e hanno utili più bassi con l’impennata dei costi di produzione. Il che potrebbe incentivare la richiesta di fideiussioni bancarie a garanzia dei pagamenti. E aprendo di fatto un altro capitolo delicato considerando che l’importo dell’“energia” è quadruplicato. «Quello che è ancora più preoccupante è il mito dell’aiuto dello Stato - chiosa - Se è vero che alcune componenti della bolletta sono state abbassate, altre, invece, sono aumentate». Per Baroni, ben venga lo studio di un nuovo piano energetico al livello nazionale ma fondamentale è aiutare adesso le aziende. «Fare come in Francia e mettere un quantitativo di energia ad un prezzo corretto a disposizione delle aziende. Abbiamo 25 miliardi di chilowattora prodotti da fonti rinnovabili che potrebbero essere ceduti al prezzo magari di 50 euro a megawattora. E poi, quattro miliardi di gas di produzione nazionale ad un prezzo accessibile. Le due manovre combinate sarebbero un concreto sostegno alla competitività delle imprese». 
Véronique Angeletti 

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