Truffa, l'antiquario viene assolto e adesso chiede i danni

Truffa, l'antiquario viene assolto e adesso chiede i danni (Nella foto; Jgor Loreti)
Truffa, l'antiquario viene assolto e adesso chiede i danni (Nella foto; Jgor Loreti)
di Luigi Benelli
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 22 Marzo 2023, 03:45 - Ultimo aggiornamento: 15:41

PESARO - Antiquario a processo per truffa e vendita di opere false, il giudice lo assolve. Lui è Jgor Loreti, galleria in corso XI Settembre, accusato di truffa aggravata dopo la querela del suo cliente che non riteneva autentici gli oggetti o in alcuni casi sovrastimati nel prezzo. A querelarlo l’imprenditore Lorenzo Pizza, titolare dell’Italservice e presidente della squadra di calcio a 5. L’imprenditore acquistò tra il 2016 e il 2018 diversi oggetti d’arte, tra cui quadri attribuibili al pittore Alessio De Marchis oltre a mobili del ’700 e specchiere d’epoca, per 61mila euro. 


I De Marchis


Dopo qualche mese il cliente ha avuto dei dubbi sull’attribuzione dei dipinti a De Marchis acquistati da Loreti pagandoli 7mila euro l’uno. Chiamò per un consulto l’antiquario pesarese Giancarlo Ciaroni sia un esperto di una casa d’asta oltre ad un professore di storia dell’arte. Sostennero che i quadri non fossero di De Marchis e la casa d’aste apportò valutazioni molto più basse. Una differenza di valore, tra quanto pagato e il costo realistico o presunto tale della merce acquistata, che si attesterebbe sui 40mila euro. Di qui la querela per truffa e l’inizio di una serie di perizie.

Ma i periti terzi hanno indicato che il valore della merce non discostava rispetto ai prezzi di vendita applicati. Anzi, in alcuni casi erano persino maggiori. Così l’imprenditore ha ritirato la querela. Ma il processo è andato avanti d’ufficio per i presunti falsi. Sono poi arrivate le perizie di Vittorio Sgarbi e di Galassi per l’autenticità delle opere.

Il pm ha chiesto 2 mesi e 10 giorni. Ieri il giudice ha assolto Loreti perché il fatto non sussiste.


L’antiquario sottolinea: «Ritengo che in questa professione la credibilità sia un aspetto fondamentale. Le perizie di esperti internazionali hanno dimostrato come gli oggetti fossero conformi alle descrizioni e i loro prezzi di vendita congrui con quanto asserito dalle valutazioni e quindi reso vano quello che da subito ho considerato un” tentato omicidio professionale”. Ora valuterò se rivalermi nelle sedi opportune verso chi ha tentato di infangare la mia professionalità e il lavoro che la Galleria Antiquaria Dalloro porta avanti da decenni, lavoro che ho ereditato da mio padre grande conoscitore di antiquariato e stimato ceramologo. Sono state fatte valutazioni approssimative da sedicenti esperti che hanno mirato a penalizzare la mia professionalità. Sono soddisfatto dell’esito della sentenza, ma è stato un processo duro da affrontare visto che ci sono in gioco credibilità e professionalità. Come sempre colgo il lato positivo di questa antipatica vicenda che è stata di stimolo per incrementare i miei studi e le mie ricerche così da offrire a clienti e collezionisti ancor più certezze sui loro acquisti. Per questo non posso mettere un punto, ma mi rivarrò per tutelare l’integrità della mia immagine».


Soddisfatto anche l’avvocato Salvatore La Bella: «Le perizie hanno dimostrato la autenticità delle opere, ora ho chiesto la trasmissione degli atti al pm perché è stato dichiarato il falso e il mio cliente è finito ingiustamente sotto processo».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA