Pesaro, addio a 3/4 del patrimonio
Crollano le erogazioni al territorio

La sede della Fondazione Cassa di risparmio di Pesaro
La sede della Fondazione Cassa di risparmio di Pesaro
di Lorenzo Furlani
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Giovedì 5 Maggio 2016, 14:52
PESARO - Il terremoto che ha scosso dalle fondamenta la Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro, per il default della vecchia Banca Marche, è iniziato tre  anni fa e ha prodotto l'ultima scossa, quella più potente, con il cosiddetto decreto salva banche del Governo. 

Le macerie finanziarie, che finiranno per comprimere le reti territoriali del welfare, della  sanità, dell'istruzione e della cultura alimentate dalle erogazioni annuali dell'ente, sono evidenziate nel  bilancio di esercizio 2015, pubblicato lunedì scorso.

Dal punto di vista finanziario la Fondazione Caripesaro è diventata l'ombra di se stessa. Il patrimonio residuo  è di 65,6 milioni di euro contro 276,2 milioni del 2012, che la rendevano la più grande fondazione bancaria delle  Marche. In tutto sono andati in fumo 210,6 milioni e il  patrimonio si è ridotto al 23,7%, meno di un quarto.

L'ultima svalutazione patrimoniale è stata di 104,2  milioni. E corrisponde alla stima residua contabilizzata delle 286.908.189 azioni di Banca Marche del portafoglio strategico, pari al 22,51% del capitale sociale  dell'istituto di credito, diventate con il default carta  straccia, sommata ai 10 milioni nominali del prestito  subordinato Upper Tier II in scadenza nel 2023, ugualmente azzerato.

Quest'ultima minusvalenza, a differenza di quella  azionaria attribuita direttamente al patrimonio, è stata imputata al conto economico su espressa indicazione del  ministero dell'Economia. Di conseguenza l'esercizio si è  chiuso con un disavanzo di 9,5 milioni, che costituisce  il punto più basso della gestione economica della  Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro, scesa a questo livello dal picco di 13,9 milioni di avanzo raggiunto nel 2009.

Le erogazioni elargite, in base al principio di sussidiarietà, nei settori salute, formazione, volontariato e arte sono già crollate. Si è passati da 6 milioni del 2011 e del 2012 a 1,3 e 1,2  milioni degli ultimi due anni. Ma il processo è destinato ad aggravarsi. Per l'anno in corso la Fondazione ha previsto ancora erogazioni per 1,2  milioni ma l'avanzo programmato è solo di 557 mila euro (con gli obblighi di destinarne un quarto al reintegro del disavanzo 2015 e di un quinto alla riserva di legge) e pertanto esse potrebbero essere ridotte per non intaccare il fondo di stabilizzazione di 5 milioni destinato al prossimo triennio, formato negli anni in cui i bilanci si chiudevano con 10 milioni di avanzo.

Ma, salvo un esito favorevole delle iniziative legali intraprese dalla Fondazione Caripesaro contro il decreto salva banche e la società di revisione dei bilanci bancari, il provvedimento governativo di risoluzione della vecchia Banca Marche, che ha vincolato alle proprie responsabilità le Fondazioni di Pesaro, Macerata e Jesi che controllavano e determinavano gli organi di amministrazione e controllo della banca, ha minato la redditività finanziaria dell'ente pesarese e compromesso, oltre il prossimo triennio, la sua capacità di promozione sociale e culturale del territorio.
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