Fanghi del porto, degrado e incuria. I residenti: «Assediata da topi e bisce, il Comune neanche taglia le erbacce»

L'incuria della zona verde dove sono depositati i fanghi del porto
L'incuria della zona verde dove sono depositati i fanghi del porto
di Osvaldo Scatassi
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Mercoledì 20 Aprile 2022, 09:01 - Ultimo aggiornamento: 13:27

FANO - «Sono già tre le volte che porto ad aggiustare la mia automobile, perché topi e pantegane rosicchiano i cavetti elettrici». La vita quotidiana in via Carrà, a Torrette di Fano, ha quasi il senso dell’accerchiamento da degrado progressivo. Insopportabile, snervante, soprattutto per chi abiti nelle vicinanze del deposito temporaneo per i fanghi dragati nel porto di Fano. Ai residenti certe parole suonano come una presa in giro: allo stato dei fatti è difficile definire temporaneo un deposito che è lì da una decina d’anni. E ogni giorno che passa la convivenza è sempre più complicata.

Il paradiso delle erbacce
«Certe cose succedono da quando i fanghi sono stati depositati nell’area ex Fantasy World», afferma Paola Santelli, esasperata dalla situazione: «Se proprio non si riesce a toglierli, il Comune provveda almeno a pulire la zona circostante, che è diventata il paradiso delle erbacce, dei rovi e degli animali di ogni tipo che vi trovano rifugio».

Gli abitanti in via Carrà affermano che il disagio sia forte soprattutto nelle vicinanze del deposito, ma non per questa ragione i vicini di casa si esimono dal dare sostegno alle rimostranze: «Riceviamo il due di picche anche alla semplice richiesta di sistemare quel verde incolto, in una zona che peraltro ci risulta di proprietà comunale. Viene spontaneo, quindi, chiedersi una cosa: i nostri soldi di contribuenti sono buoni come quelli dei residenti in centro storico oppure no? Si dovrebbe desumere che, sì, sono ugualmente buoni, considerando che sarà attivato un autovelox tarato sul limite dei 50 chilometri all’ora.

Non andiamo bene quando si tratta di ricevere servizi, però andiamo benissimo quando il Comune decide di fare cassa». 

Dieci anni di attesa
Nel triennio 2011-2013 l’amministrazione fanese dovette far eseguire con urgenza alcuni dragaggi nel porto della città, così insabbiato da mettere a rischio barche ed equipaggi. Dal fondale dello scalo marittimo furono scavati in totale 21.000 metri cubi di materiali, con la prospettiva futura di portarli alla cassa di colmata ad Ancona. L’atteso trasloco di sabbie e fanghi non è però ancora avvenuto. Tutto fermo a causa del ricorso al Tar della Calabria (contro l’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico Centrale), depositato da un’impresa della stessa regione per essere stata esclusa dalla procedura di gara. L’amministrazione comunale ha invitato l’Autorità portuale a segnalare al Tar della Calabria la situazione d’urgenza creatasi a Fano, ma la sentenza è attesa per il prossimo anno. Intanto una parte dei residenti continua a fare i conti con una condizione difficile.

Il repellente nel vano motore
«Tutte le mattine – conclude Santelli – devo spruzzare un repellente per i topi e le pantegane dentro il vano motore dell’automobile, per fare in modo che i cavetti elettrici non siano rosicchiati. D’estate abbiamo il passaggio di grosse bisce davanti al portone di casa e non parliamo delle zanzare: sciamano a nuvole dal laghetto che si forma, dopo le piogge, sul telone che copre il deposito dei fanghi. Prima di uscire dobbiamo indossare muta e casco. La rete di recinzione presenta grossi buchi, usati da volpi e istrici per entrare e uscire dalla zona del deposito». 

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