Terremoto a Pesaro, tra i 18 sfollati anche il "signor Molaroni": «Quella ciminiera è una spada di Damocle»

Terremoto a Pesaro, tra i 18 sfollati anche il "signor Molaroni": «Quella ciminiera è una spada di Damocle»
Terremoto a Pesaro, tra i 18 sfollati anche il "signor Molaroni": «Quella ciminiera è una spada di Damocle»
di Letizia Francesconi
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Martedì 15 Novembre 2022, 03:25

PESARO Fra i 18 sfollati ospiti all’hotel Caesar di viale Trieste, c’è il signor erede della storica azienda e scomparsa qualche anno fa. Anche lui risiede in una delle quattro unità immobiliari di via Luca Della Robbia che domenica pomeriggio sono state fatte sgomberare perchè la ciminiera che svetta è a rischio crollo dopo il sisma. Sulla strada c’è anche il laboratorio e lo storico negozio di ceramiche. Leon Lorenzo Loreti si fa compagnia con i vicini d’appartamento, una famiglia con due bambini e altre persone di mezza età sono stati accolti in albergo. In mano, mentre attende il pranzo in hotel, mostra su un foglio scritto al computer la storia della ex fabbrica, della ciminiera e del laboratorio-rivendita, che continua a resistere.


La storia


«Certo è che siamo molto preoccupati per la situazione – racconta Loreti, 88 anni ma ben portati e mente lucida – vivo solo in uno degli appartamenti del complesso. Siamo stati colti tutti di sorpresa, ma devo dire che la prontezza di Comune e forze dell’ordine ha permesso a tutti di lasciare le abitazioni con calma. Per noi sono importanti i tempi, e non solo per il rientro a casa. Ai miei figli Gianlorenzo e Pierleone spetta infatti l’amministrazione dell’attività con due dipendenti. Ma il negozio non si sa fino a quando resterà chiuso, e questo per noi, proprio nel mese più vicino alle festività, è un danno in un’annata già non facile». La storia: «Quella ciminiera è una spada di Damocle – prosegue Loreti – anche perché la Soprintendenza in passato aveva parlato di un bene storico da preservare e mettere sicurezza. Accadeva 8-10 anni fa, poi d’allora nessun’altra comunicazione.

La ciminiera stessa, quando anni fa le proprietà della fabbrica-laboratorio e delle unità immobiliari sono state divise fra i Molaroni è passata di mano. Ora, che cosa accadrà è ancora incerto. Non possiamo permetterci di mantenere chiuso per tanto tempo il laboratorio e negozio, all’interno ci sono migliaia di pezzi unici. Basti pensare che lo scorso anno l’attività di famiglia ha compiuto 144 anni, la fabbrica più antica della città».


L’ipotesi


«Una soluzione - spiega - va trovata, se dovesse cedere pezzo dopo pezzo quella struttura cosi imponente crollerebbe sopra abitazioni e laboratorio. Bene, hanno fatto i vigili del fuoco, viste le lesioni, a farci sgomberare così velocemente e senza esitazioni. Tanto vale che la torre venga abbattuta senza avere troppi “intoppi” dalla Soprintendenza, perché anche se fosse messa in sicurezza e preservata come bene storico, sarebbe lo stesso molto complesso e laborioso intervenire. Senza la ciminiera invece quello spazio sarebbe più sicuro. Speriamo di riaprire al più presto il laboratorio, anche per il nuovo catalogo preparato in omaggio alla Capitale della Cultura».


Il consiglio comunale


Di terremoto ciminiera si è parlato anche ieri pomeriggio in consiglio comunale.«Fortunatamente la torre non risulta vincolata dalla Soprintendenza - ha spiegato il sindaco Matteo Ricci - Abbiamo dato il via libera ai privati per intervenire. Da domani (oggi per chi legge ndr) potrà essere smontata, non demolita. Speriamo che tra una decina di giorni le famiglie evacuate potranno rientrare. Sono stati giorni complicati. Ringrazio le forze dell’ordine, i vigili del fuoco, la protezione civile e tutti coloro che si sono adoperati in queste ore di emergenza in primis l’assessore all’Operatività Enzo Belloni». 


La lettera al premier Meloni


Ieri il sindaco ha inviato una lettera alla premier Meloni e al presidente della Regione Marche Acquaroli «per richiedere lo stato di emergenza, fondi da destinare alla città di Pesaro. I danni sono ingenti, in queste ore continuiamo a contarli». Poi lancia l’appello ai consiglieri: «Facciamo squadra. Lavoriamo insieme per ottenere le risorse necessarie per far fronte ai danni che la città ha subito, sia nel pubblico che nel privato».
 

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