Ex fornace, dissequestrata l’area: un anno fa i carabinieri del Noe avevano trovato rifiuti speciali e denunciato il proprietario

Ex fornace, dissequestrata l’area: un anno fa i carabinieri del Noe avevano trovato rifiuti speciali e denunciato il proprietario
Ex fornace, dissequestrata l’area: un anno fa i carabinieri del Noe avevano trovato rifiuti speciali e denunciato il proprietario
di Roberto Giungi
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Lunedì 13 Dicembre 2021, 05:20

TERRE ROVERESCHE  - La notizia più attesa è arrivata. L’area dove sorgeva la fornace di Orciano è stata dissequestrata. La proprietà avrà qualche mese di tempo per provvedere allo sgombero delle macerie. I carabinieri del NOE di Ancona, un anno fa erano intervenuti, anche con l’ausilio di un elicottero e denunciato il 67enne imprenditore proprietario ferrarese Emiliano Grandi, la cui sede legale è in via Poledrelli a Ferrara.

Avevano riscontrato la presenza di un importante quantitativo di rifiuti speciali ammassati, per un volume complessivo di circa 10mila metri cubi. Per la ingente quantità del materiale si era determinata una vera e propria discarica abusiva di inerti, verosimilmente utilizzata anche da terzi che, approfittando della facilità di accesso al sito, vi avevano scaricato ogni genere di rifiuto. Si tratta di una superficie di circa 38mila mq. 


L’ex fornace era stata dismessa nel 1986. Sono risultati depositati rifiuti speciali nell’ordine di quasi 9mila 500 metri cubi che occupano 12mila mq.

L’imprenditore denunciato, stando al rapporto degli uomini dell’Arma, aveva iniziato da circa tre anni, senza tuttavia portarle a termine, le opere di demolizione dei manufatti esistenti. Dopo i necessari accertamenti svolti anche negli uffici del Municipio di Barchi sede l’ufficio tecnico del Comune di Terre Roveresche, i carabinieri avevano denunciato a piede libero alla Procura della repubblica di Pesaro il proprietario degli immobili, ritenuto responsabile, come detto, dell’omissione dei lavori su edifici in rovina. Francesco Gasparini aveva sottoscritto di recente un appello perché quell’area fosse liberata. Per 40 anni era stato dipendente della suddetta fornace con la qualifica di impiegato amministrativo e dopo la morte del padre anche socio. 


Attualmente è l’unico erede fornaciaio vivente della terza generazione. È stato lui stesso ad avere appreso e divulgato la notizia tanto attesa del dissequestro direttamente dal sindaco. Per cento anni la fornace aveva dato lavoro a più di cento operai anche dei Comuni vicini. 

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