Vertenza terme di Carignano, c'è l'accordo per 200mila euro ma la richiesta era di oltre due milioni

Terme di Carignano, c'è l'accordo per 200mila euro la richiesta era di oltre due milioni
Terme di Carignano, c'è l'accordo per 200mila euro la richiesta era di oltre due milioni
di Massimo Foghetti
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Mercoledì 4 Gennaio 2023, 03:45 - Ultimo aggiornamento: 11:25

FANO Terme di Carignano: si pensa al nuovo, ma il vecchio è duro a morire e la sua fine non è del tutto indolore. Per fortuna l’amministrazione comunale di Fano è riuscita a risolvere con una transazione una vecchia vertenza che la opponeva con la curatela fallimentare del vecchio stabilimento per un importo di ben 2 milioni di euro richiesto come risarcimento. La cifra pattuita che pone una pietra tombale sopra ogni rivendicazione è del 10 per cento, vale a dire di 200.000 euro. 


Il crollo del valore

Si tratta di una vertenza basata sull’attribuzione di responsabilità al Comune di Fano di aver fatto fallire l’accordo di programma con la vecchia proprietà, vertenza poi ereditata dalla curatela perché la società fallì. Era nata una serie di ricorsi di fronte al Tar delle Marche, oltre a un arbitrato che per le spese legali e la possibilità di una sentenza avversa per il Comune di Fano rappresentava un alto rischio. Per questo la transazione è stata considerata la scelta migliore. Il tutto era scaturito dalla definizione del valore delle aree di proprietà della vecchia società Terme di Carignano. Fino al 2014 il valore delle aree edificabili, su cui doveva essere applicata l’Imu, veniva comunicato direttamente dall’ente pubblico e aveva valore legale. Se questo veniva accettato dal contribuente, si annullava ogni possibilità di accertamento e quindi si evitavano possibili multe. In seguito la legge cambiò e questo annullamento fu revocato in base al principio che il valore delle aree poteva cambiare in base alla legge del mercato e quindi l’importo segnalato dal Comune assumeva solo un valore indiziario. Con il mancato accordo di programma tra Comune e società il valore delle terre appartenenti a quest’ultima ebbe un crollo improvviso: private di un indice di edificabilità che avrebbe consentito un notevole sviluppo urbanistico, queste ultime persero molto del loro valore; anzi si può dire che lo stesso principio di edificabilità assunse un indice puramente teorico. 
L’accordo raggiunto, in sede extragiudiziale, fa riferimento a un compromesso tra il valore di stima fatto dal perito del Tribunale e le quotazioni di mercato delle aree stesse ormai ridotte pressoché a un valore agricolo. 
Valore che invece è aumentato considerevolmente nel momento in cui è subentrato il gruppo Natali che ha presentato un progetto di sviluppo dell’intero comparto termale per un investimento di 40 milioni di euro. 

Il mancato rilancio

Ora ricevendo la somma di 200.000 euro (importo già oggetto di un impegno di spesa assunto dal Comune con una determinazione del dirigente del settore appalti e contratti in data 2 dicembre scorso) la curatela fallimentare rinuncia ad ogni azione legale in corso e alla possibilità di promuoverne in futuro per quanto riguarda i valori contestati.

E’ l’ultimo atto di una telenovela che si è dilungata per decenni tra alti e bassi e che ha visto il Comune di Fano e la Provincia di Pesaro e Urbino, fin da tempi del presidente Vito Rosaspina, individuare nelle Terme di Carignano, insieme al porto e all’aeroporto, il volano della economia fanese. Un volano che ora è passato di mano, vantando ben più realistiche prospettive di realizzazione. 

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