Chirurgia mini invasiva per combattere il dolore cronico. A Fano 70 interventi all'anno con tecniche innovative

Chirurgia mini invasiva per combattere il dolore cronico. A Fano 70 interventi all'anno con tecniche innovative. Nella foto il dottor Alessandro Guidi durante l'impianto di neuro-stimolatori
Chirurgia mini invasiva per combattere il dolore cronico. A Fano 70 interventi all'anno con tecniche innovative. Nella foto il dottor Alessandro Guidi durante l'impianto di neuro-stimolatori
di Andrea Amaduzzi
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Domenica 28 Maggio 2023, 04:00 - Ultimo aggiornamento: 29 Maggio, 07:58

FANO - Il dolore resta il nemico di sempre ma continua ad essere aggiornata la gamma di strumenti con cui impedirgli di schiavizzare la vita delle persone e che diventa ogni giorno più evoluta, estesa ed incisiva.

La prova incontestabile del salto di qualità nella chirurgia mini-invasiva, fronte in piena esplorazione da parte dell’Azienda sanitaria territoriale 1 e che assorbe tutti quei casi in cui trattamenti farmacologici e tecniche infiltrative non bastano a sconfiggere una sofferenza ormai ininterrotta.

 

Le soluzioni

Sono radiofrequenza, endoscopia spinale, iniezioni di farmaci nelle articolazioni vertebrali, stimolatori midollari con impianto di neurostimolatori vicino alla colonna a comporre il ventaglio di soluzioni innovative, spesso praticabili in regime di day hospital e adottate per quei pazienti che non trovano giovamento nel trattamento ambulatoriale.

«Solo nel 2022 abbiamo eseguito a Fano circa 70 di questi interventi» spiega Alessandro Guidi, responsabile della terapia del dolore del Santa Croce, che proprio negli stimolatori midollari («un piccolo filo elettrico installato sul midollo spinale che termina con un apparecchio elettronico sottocute in grado, come un pace maker, di modulare la sensazione di dolore») individua l’essenza della modernissima strategia sposata per contrastare un fenomeno al centro della Giornata nazionale del sollievo, celebrata di nuovo oggi per promuovere la cultura del sollievo e sensibilizzare verso una malattia subdola quanto distruttiva.

La giornata del sollievo

«Non stiamo parlando del dolore come percezione indispensabile per la nostra sopravvivenza, ma di un banale mal di schiena che senti tutto il giorno e tutti i giorni. Un dolore cronico che diventa malattia – spiega Guidi - e che impatta in modo devastante su ogni aspetto della vita, non misurabile dall’esterno e di cui solo chi lo sta provando può comunicare intensità e sensazione».

Si calcola che siano 13 milioni gli italiani che ne soffrono e che devono ricorrere a terapie farmacologiche, trattamenti manuali, soluzioni specialistiche e ora anche a queste metodologie chirurgiche. In particolare l’impianto di neurostimolatori («ma anche di pompe sottocute che rilasciano costantemente farmaci a livello del midollo spinale») rappresenta «l’apice della piramide interventista» sostiene ancora Guidi, rivelando come nel corso dell’anno passato siano stati utilizzati «per tre pazienti che non avevano risposto in modo efficace alle alternative. Ovviamente si tratta di interventi che vanno tarati sul singolo paziente, valutando l’origine del dolore e preso atto che la terapia convenzionale, che in una valida percentuale di casi riesce comunque ad agire sulla sofferenza cronica, non produce risultati».

Le consulenze

Ad identificare la portata dell’impegno sviluppato su questo versante negli ospedali di Fano e Pesaro è il direttore del Dipartimento di emergenza e accettazione Michele Tempesta: «Tra prestazioni di analgesia, visite e trattamenti, il volume è progressivamente aumentato dal 2014 ad oggi, fino a raggiungere nel 2022 gli oltre 3.000 accessi ambulatoriali. Costanti poi le consulenze ospedaliere nei pazienti ricoverati, perché anche durante la degenza la rilevazione del dolore è ormai prassi consolidata».

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