TAVULLIA - Questa è la storia di un supereroe, di quelli veri senza mantello nè tuta acetata. È un supereroe che vive sulla terra dal 1986, quando il 26 novembre nasce a Lucca, Toscana. Il suo nome è Andrea Lanfri, e per chi ancora non lo conosce c'è un libro che racconta la sua straordinaria storia: il libro si intitola “Toccare il cielo con tre dita”, che sono poi le sole che gli sono rimaste dopo che una meningite con sepsi meningococcica - contratta nel 2015 - gli fa perdere entrambe le gambe, sette dita delle mani e gran parte della mobilità di quest'ultime.
“Toccare il cielo con tre dita”, Andrea Lanfri racconta la sua straordinaria storia
Ma Andrea non si arrende ed è proprio da qui in poi che inizia a scrivere il capitolo più importante della sua vita. Nel 2016 inizia a correre con un paio di protesi in fibra di carbonio, acquistate grazie ad una raccolta fond e diventa il primo atleta uomo italiano della storia a correre con doppia amputazione agli arti inferiori sotto i 12 secondi nei 100 metri piani.
Campione paralimpico e alpinista, è entrato nel Guinness dei primati
Poi nel 2020 si dedica alla salita delle vette più alte dei continenti e diventa il primo uomo con pluriamputazioni a raggiungere la vetta del monte Everest: entra anche nel Guinness dei primati correndo con le lame a quota 5 164 metri il miglio più veloce, 9 minuti e 48 secondi.
Nei giorni scorsi Andrea Lanfri ha raccontato le sue mirabolanti avventure come alpinista ed esploratore al Centro giovani “Base Tavullia” e una platea gremita lo ha ascoltato e applaudito e ammirato. Ha raccontato la sua vita prima e dopo la meningite, ha esortato a non arrendersi mai, a superare i nostri limiti. Ad andare oltre, con la forza di volontà.
Una straordinaria serata, con uno straordinario supereroe.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Utilità Contattaci
Logout