Tariffe idriche, l'undicesima città italiana più cara per Altroconsumo è Urbino: il 38% in più di Ancona. Si infiamma il web

La rivista Altroconsumo ha pubblicato la gratuatoria nazionale delle tariffe idriche
La rivista Altroconsumo ha pubblicato la gratuatoria nazionale delle tariffe idriche
di Eugenio Gulini
3 Minuti di Lettura
Martedì 31 Maggio 2022, 05:20

URBINO - Resa pubblica la classifica di “Altroconsumo”, la pubblicazione dell’associazione di consumatori e utenti nata nel 1973 sotto il nome di comitato difesa consumatori. Si pone come obiettivo l’informazione e la tutela dei consumatori. Urbino è tra le 11 città italiane in cui è più alta la stima della spesa annua sulle tariffe idriche: ben 616 euro a nucleo familiare. Subito dopo Forlì (550 euro). Solo città come Caltanisetta, Massa – Carrara, Firenze, Pistoia, Prato, Pisa, Arezzo, Livorno, Grosseto e Siena fanno peggio.

Infatti si va dalle 623 euro della città siciliana ai 767 dei centri toscani come Grosseto e Siena. Si pensi che la città con la minor stima della spesa è, con 140 euro all’anno per nucleo familiare, Milano con un costo medio al metro cubo di 0,77 euro. Bisognerebbe capire perché Ancona ha un costo medio al metro cubo di acqua di 2,45 euro mentre la città ducale, dove il servizio è curato da Marche Multiservizi, ha un costo medio al metro cubo di circa 3,38 euro, ovvero il 38% in più.

I commenti sulla pagina facebook di “Sei di Urbino se…” si sprecano. Un cittadino, G. C., sottolinea: «Parlare senza sapere è tipico degli italiani. L’acqua va trovata, trasportata, depurata e le spese suddivise tra i cittadini. Urbino ha quattro gatti. Fate i conti». «Finché si passano le presidenze a tutti i politici (scartati) i consorzi sono salvi», replica G.

A. «Dove ci sono le società create appositamente dai Comuni per la gestione delle risorse ecco i risultati (le più esose quelle create dalle sinistre), aggiunge G. F. C..


Il consiglio comunale nel bilancio preventivo per il 2022 – 2024 ha previsto, riduzioni alle tasse comunali, in particolare la Tari, l’Imu e l’addizionale comunale Irpef. Per la prima sono esentati dal pagamento della tassa sui rifiuti tutti gli immobili nei quali le utenze sono disattivate, indipendentemente dal fatto che al loro interno vi sia o meno del mobilio. Risulterà una riduzione annua dell’introito del Comune che potrà variare dai 15 mila ai 20mila euro. Le agevolazioni sull’Imu riguarderanno le aziende costruttrici degli immobili qualora abbiano degli appartamenti invenduti che non sono affittati.

Confermata l’esenzione dall’Imu per i fabbricati industriali destinati ad attività culturali e di spettacolo qualora proprietario dell’immobile corrisponda al gestore dell’attività medesima. Ci sarà inoltre un’ulteriore riduzione sui fabbricati di proprietà di coloro che sono residenti all’estero. Per l’addizionale Irpef saranno esentate dal pagamento al Comune tutte le persone con reddito che non supera gli 8mila euro. 

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