Fano-Grosseto a quattro corsie: il commissario in Senato favorevole a un nuovo progetto

Massimo Simonini
Massimo Simonini
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Venerdì 19 Febbraio 2021, 07:00

FERMIGNANO - Il tratto marchigiano mancante della Fano-Grosseto, previsto a due corsie, è figlio di un Dio minore, ma c’è uno spiraglio istituzionale per recuperare il gap progettuale perché nella recente audizione al Senato il commissario straordinario designato, Massimo Simonini, si è dichiarato disponibile a rivalutare l’opzione originaria delle quattro corsie, prendendo in considerazione anche il raddoppio del traforo della Guinza.

La Toscana ha la superstrada
Nell’occasione Simonini, che è amministratore delegato di Anas, ha annunciato l’avvio prima dell’estate degli appalti per completare la superstrada nel territorio toscano con un tracciato a quattro corsie, secondo la categoria di strada europea E 78 in cui l’opera fu classificata negli anni ‘80, dopo l’ideazione del collegamento trasversale appenninico alla fine degli anni ‘60.

Ma dall’interserzione con la E45 - nel comune perugino di San Giustino, all’estremità Nord dell’Umbria - a Santo Stefano di Gaifa, nel comune di Urbino, per 57 chilometri attraverso il traforo della Guinza sui 270 totali, la progettazione attuale prevede una sola corsia per senso di marcia, con pochi tratti nuovi, in variante urbanistica, e per il resto addirittura con l’adeguamento della strada esistente, che di frequente attraversa agglomerati urbani.

Sarebbe interessante ricostruire, insieme alla responsabilità politica, la dinamica decisionale che ha portato a questa progettualità (annunciata a Fano nel dicembre 2015 dal viceministro delle infrastrutture di allora, Riccardo Nencini). Questo tratto di superstrada-non superstrada, impedendo un collegamento veloce, tanto più con la sovrapposizione del flusso di traffico transappenninico ai flussi locali, affosserebbe le potenzialità di sviluppo economico del territorio marchigiano per le quali l’opera era stata concepita.

Di questa preoccupazione, che agita le categorie economiche della provincia pesarese, si è fatto interprete il presidente dell’ottava commissione lavori pubblici del Senato, Mauro Coltorti, nell’audizione di Massimo Simonini, svoltasi la settimana scorsa nell’ambito dell’esame dell’atto del Governo, che secondo la normativa “sblocca cantieri” stanzia fondi per le infrastrutture strategiche, tra cui appunto la Fano-Grosseto (il decreto del presidente del Consiglio dei ministri, che era in itinere prima della crisi di governo, ora è sub iudice perché deve essere confermato dal nuovo esecutivo).

«La richiesta è logica»
Rispondendo alle domande del senatore Coltorti, Simonini ha chiarito che per il tratto umbro-marchigiano «la fase progettuale è di livello preliminare quindi non ha ancora un progetto di fattibilità tecnico economica» e ha riconosciuto che la modifica sollecitata della strada «ha una sua logica perché poi il tratto finale da Santo Stefano di Gaifa fino a Fano è già in esercizio ed è a 4 corsie». Peraltro, già un mese fa l’amministratore delegato di Anas era stato spronato dal governatore delle Marche e dall’assessore regionale alle infrastrutture a prevedere il raddoppio della galleria della Guinza.

Ma Simonini non ha nascosto le difficoltà evidenziando che pur con questa progettazione ancora mancano 1,6 miliardi di euro per il completamento della Fano-Grosseto (l’atto in discussione stanzia 354mila euro). «Il problema a questo punto dipende dai finanziamenti - ha sottolineato -, finanziamenti da reperire che già ora non sono pochi.

Comunque, abbiamo ancora la possibilità di agire. Siamo nella fase in cui dobbiamo chiedere le autorizzazioni di valutazione ambientale, di raccordo con i Comuni e di conferenze dei servizi. Possiamo fare delle valutazioni tecniche e analizzare se ci sono le risorse e gli elementi tecnici per adeguare l’infrastruttura e riportarla alla sezione di tipo B (quattro corsie, ndr) che era prevista un tempo».

Grossi: «Apertura importante»
Determinata e positiva la reazione di Mauro Grossi, consigliere comunale di Fermignano. «Si tratta di un’apertura molto importante - commenta -, che dovrebbe immediatamente portare a un impegno da parte della politica locale e nazionale a rivalutare il progetto originario, tra l’altro già approvato e inserito nei piani regolatori dei Comuni interessati e, soprattutto, a ottenere i finanziamenti di quei lotti che sarebbero utili all’intero territorio e non solo a singoli comuni, rischiando anzi di danneggiarne altri. Il M5S di Fermignano, che più volte nel corso degli anni ha spiegato le ragioni della sua contrarietà all’attuale progetto, si rivolge quindi a tutti i parlamentari delle Marche, ai consiglieri regionali e ai sindaci della valle dell’alto Metauro affinché incontrino il prima possibile il commissario Simonini per valutare i tempi e le azioni necessarie per evitare che l’infrastruttura strategica si riduca a una illogica sommatoria di soluzioni parziali».

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