Pesaro, sul recupero (e ritardi) del San Benedetto esplode la bagarre politica. Aguzzi: «Il Comune versi 1,1 milioni all'Ast 1»

Pesaro, sul recupero del San Benedetto scoppia la bagarre politica. Aguzzi: «Il Comune versi 1,1 milioni all'Ast 1»
Pesaro, sul recupero del San Benedetto scoppia la bagarre politica. Aguzzi: «Il Comune versi 1,1 milioni all'Ast 1»
di Miléna Bonaparte
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Venerdì 27 Gennaio 2023, 04:35 - Ultimo aggiornamento: 18:04

 PESARO Scoppia la bagarre politica sul recupero del San Benedetto. Invettive, accuse e polemiche nel tiro incrociato. Un rimpallo di responsabilità tra il centrosinistra alla guida del Comune e il centrodestra che governa la Regione al centro del quale spuntano adesso «parcheggi interrati non previsti nei progetti e soldi ancora da riscuotere». E’ quanto svelano il consigliere Baiocchi e l’assessore Aguzzi sul fronte regionale. Due amministrazioni che in base all’accordo di programma, sottoscritto insieme nel 2021 per sanare e fare rinascere a quattro mani l’ex manicomio, dovrebbero collaborare. E non solo per restituire ai cittadini un luogo simbolo abbandonato, ma anche per risolvere i problemi di sicurezza dell’edificio che sta collassando per gli squarci nel tetto e i numerosi crolli. 


Alzata di scudi


Il vicesindaco e assessore alla bellezza Daniele Vimini (Pd) parla di rischio incompiuta se non ci sarà anche l’apporto della Regione: «Il tempo passa e la giunta regionale nicchia sugli impegni assunti, anche a fronte dello sforzo che sta facendo il Comune per il recupero della sua parte di San Benedetto. Occorre un cambio di passo, anche i consiglieri regionali di maggioranza devono porre l’intervento come priorità, in caso contrario saranno direttamente responsabili di un’incompiuta, davvero un’occasione storica persa». Alzata di scudi immediata da parte del consigliere regionale Nicola Baiocchi (Fratelli d’Italia): «Sul San Benedetto basta allarmismi, i ritardi sono imputabili solo al Comune. La parole del vicesindaco Vimini sulla paventata incompiuta sono semplicemente vergognose. Hanno fatto marcire per 30 anni l’ex manicomio e ora incolpano noi che, invece, siamo riusciti in pochissimo tempo a dare la possibilità di cogliere al volo un bando, il Pinqua-Pnrr per 15 milioni di euro, e fare partire il recupero». 

I ritardi


I ritardi sarebbero da imputare al Comune che «non ha dato corso alla questione dei parcheggi interrati, ”conditio sine qua non” per l’investimento dell’Ast 1 nel San Benedetto - precisa Baiocchi -. Senza questi, infatti, non è possibile portare 5.000 metri quadrati di servizi sanitari nell’edificio. Il Comune deve rispondere ancora su questo punto, nonostante si tratti di una questione affrontata durante l’incontro del 16 settembre scorso. Non è ancora chiaro, inoltre, come si debba procedere all’acquisizione dell’immobile da parte del Comune, sia per la somma da corrispondere all’Ast 1, sia dal punto di vista tecnico, evitando atti non compatibili ai vincoli del Pnrr».  
Puntuale anche la replica di Stefano Aguzzi (Forza Italia) che, nella veste di assessore regionale all’urbanistica, ha sottoscritto la convenzione insieme all’ex Asur e al Comune: «Sulla questione del vecchio ospedale psichiatrico si sta consumando un dibattito che non porta a nulla di concreto, si cerca solo di rimbalzare la colpa di quarant’anni di immobilismo.

La capogruppo del Pd in consiglio comunale Anna Maria Mattioli ha preso un grande abbaglio. La Regione sta infatti rispettando il cronoprogramma e il protocollo firmato nel 2021 con l’ex Asur e il Comune. Grazie alla volontà della Regione si è sbloccata una zona strategica per Pesaro che fino a poco tempo fa era immobilizzata dalle vecchie amministrazioni regionali». 


Gli impegni


Secondo Aguzzi la Regione ha mantenuto i suoi impegni, avendo ceduto parte dell’immobile di sua proprietà al Comune: «Il gran rifiuto al quale allude la consigliera comunale purtroppo non esiste - puntualizza l’assessore all’urbanistica -, al contrario stiamo aspettando che il Comune versi la quota di 1 milione e 100 mila euro che deve all’Ast 1 per la cessione dell’area di sua competenza. Solo a quel punto potremo progettare il recupero della parte che spetta alla Regione». 
 

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