Maturità, studenti in piazza contro la seconda prova scritta: «Precarietà didattica per il Covid»

La manifestazione in piazza Venti Settembre degli studenti di Nolfi, Torelli, Apolloni e Polo 3
La manifestazione in piazza Venti Settembre degli studenti di Nolfi, Torelli, Apolloni e Polo 3
di Massimo Foghetti
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Mercoledì 9 Febbraio 2022, 11:13

FANO - Sono stati circa 200 gli studenti delle scuole superiori fanesi che, aderendo allo sciopero proclamato contro la decisione ministeriale di ripristinare la seconda prova scritta all’esame di maturità, hanno manifestato la loro protesta in piazza Venti Settembre.

«Abbiamo sentito l’esigenza – hanno detto – di riunirci e manifestare in seguito alle nuove disposizioni che sono state l’ulteriore conferma di una mala gestione del sistema scolastico. Speriamo in questo modo di dimostrare di essere studenti consapevoli di ciò che ci succede e ci circonda, giovani cittadini parte della società e con un’opinione che conta».

Buona organizzazione
Ben organizzati, con tanto di locandine e di impianto di altoparlante i rappresentanti dei licei Nolfi, Torelli, Apolloni e del Polo 3, hanno esposto le ragioni dello sciopero, articolandole in 4 motivazioni: il disinteresse mostrato dalle istituzioni verso gli effetti psicologici ed emotivi che la pandemia ha provocato sui ragazzi; la mancanza di continuità didattica; l’inevitabile carenza delle competenze acquisite negli ultimi 3 anni e le pessime tempistiche di comunicazione delle nuove disposizioni d’esame.

Proprio quest’ultima motivazione è stata tratta da quanto dichiarato dal presidente Mattarella durante il suo giuramento di insediamento: «Un’autentica democrazia – ha detto – prevede il doveroso rispetto delle regole di formazione delle decisioni, discussione, partecipazione. L’esigenza di governare i cambiamenti sempre più rapidi richiede risposte tempestive. Tempestività che va comunque sorretta da quell’indispensabile approfondimento dei temi che consente puntualità di scelte».

D’accordo con Mattarella
Gli studenti si sono mostrati perfettamente d’accordo con il presidente Mattarella, ma hanno ritenuto che a queste parole sia mancato il riscontro nei fatti, dato che la scuola negli ultimi anni non ha fatto altro che comunicare decisioni e provvedimenti sempre all’ultimo minuto, aspettandosi dagli insegnanti e dagli studenti stessi unelasticità a cui si può solo aspirare.

«Il culmine – hanno evidenziato – è stato raggiunto proprio in questi giorni con l’annuncio del ritorno della seconda prova scritta al prossimo esame di maturità, quando perdura in tutti i suoi aspetti una situazione di disagio provocata dalla pandemia. Non è ammissibile che il ministro Bianchi, dopo mesi di affermazioni estremamente vaghe, pretenda di riportare l’esame ad una modalità così simile a quella della pre-pandemia, ignorando 2 anni di didattica più che precaria e facendo finta che le cose stiano tornando come prima!».

«Non c'è normalità»
Si è accennato a un ritorno alla normalità. Ma quale normalità? Si sono chiesti gli studenti, se ancora oggi il Covid dilaga soprattutto tra le fasce d’età più giovani e la didattica a distanza continua ad alternarsi con la didattica in presenza! Tra l’altro si rimprovera il fatto che sia stata la scuola e non il Ministero della salute a gestire i casi positivi in classe. L’augurio è che la protesta giunga in alto, fino agli organi competenti, al fine di favorire non un esame più facile, bensì una prova di maturità adeguata a ciò che si è verificato nell’ultimo triennio.

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