Va deserta l'asta pubblica per l'aeroporto, nessuno vuole la quota della Provincia per l'impasse sulle prospettive future

L'aeroporto di Fano
L'aeroporto di Fano
di Lorenzo Furlani
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Martedì 17 Maggio 2022, 08:29 - Ultimo aggiornamento: 15:27

FANO - L’asta pubblica per la vendita della quota di partecipazione della Provincia nella società di gestione dell’aeroporto di Fano è andata deserta. Nessuna offerta è arrivata al protocollo della Provincia alla scadenza delle 12,30 di ieri del bando pubblicato nell’aprile scorso.

Ma non è una sorpresa, per certi versi sarebbe stato straordinario un esito diverso visti l’impasse attuale sulle prospettive dello scalo aereo - per la questione della proprietà degli immobili ancora non risolta con l’Enac (Ente nazionale aviazione civile) - e i vincoli posti all’ingresso di nuovi soci, in particolare privati.

Vincoli per i nuovi soci
Infatti, lo statuto della società Fanum Fortunae prevede che possano partecipare al capitale enti locali, Camera di Commercio, Regione Marche e istituti di credito mentre l’ammissione di soggetti diversi è rimessa all’assemblea dei soci (in questo caso al voto di Comune di Fano e Camera di commercio delle Marche titolari di quote sociali eguali).

Inoltre, lo stesso statuto prevede che la maggioranza delle quote sia detenuta da enti pubblici. In un simile quadro, l’influenza sulla gestione sociale esercitata da un imprenditore privato, eventualmente interessato, sarebbe molto limitata con l’acquisto della quota di proprietà della Provincia, che corrisponde al 16,33% del capitale della società aeroportuale Fanum Fortunae, messo in vendita a 65.320 euro, ossia il suo valore nominale dopo la riduzione a 400mila euro del capitale sociale deliberata nel 2020 per assorbire le perdite della gestione degli ultimi anni.

Ora le valutazioni dell'ente
«Non è arrivata alcuna offerta - comunica il direttore della Provincia, Marco Domenicucci -. Avevano telefonato dei privati manifestando interesse ma poi devono averci ripensato.

Ora la situazione resta invariata, a meno che gli altri due soci non pensino di rilevare la nostra quota. Più avanti potremmo pubblicare di nuovo il nostro avviso, come avviene con la vendita degli immobili: a volte le aste vanno deserte e poi ci si riprova. Il prezzo non lo potremmo abbassare perché abbiamo considerato il valore del capitale. Comunque, abbiamo visto che in questo momento non c’è un grande interesse. Il bando l’abbiamo pubblicato perché c’era la Corte dei conti che premeva perché sviluppassimo l’iter e quindi adesso che abbiamo chiuso il procedimento l’abbiamo tranquillizzata. Ora siamo nelle condizioni di potere aspettare gli sviluppi».

Tutto dipende dal Comune
La Provincia, infatti, assecondando un input normativo, aveva previsto la dismissione della quota in Fanum Fortunae, in quanto non strategica rispetto alle competenze dell’ente, sin dal 2015 nel piano di razionalizzazione delle partecipazioni. Il futuro dipende dalla delibera che l’amministrazione comunale deve rinnovare per assegnare l’area aeroportuale di sua proprietà all’Enac, affinché possa essere emesso il bando dello stesso ente per la concessione totale della gestione dell’aeroporto, a cui Fanum Fortunae ha intenzione di concorrere (il Ministero delle infrastrutture non ha condiviso la scelta compiuta nel 2016 di assegnare ad Enac solamente la nuda proprietà e non la proprietà piena degli immobili). 

Bilancio con perdita in calo
Entro il mese di maggio l’amministratore unico Massimo Ruggeri convocherà l’assemblea dei soci per approvare il bilancio 2021, che dovrebbe chiudersi con una perdita intorno ai 20mila euro, inferiore a quelle degli anni precedenti, condizionata come esse dagli ammortamenti degli investimenti pregressi.

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