Sigillo dell'ateneo di Urbino al prefetto di Ancona: «Darco Pellos, il laureato esemplare». Lectio magistralis sul ruolo di coesione

Sigillo dell'ateneo di Urbino al prefetto di Ancona: «Darco Pellos, il laureato esemplare». Lectio magistralis sul ruolo di coesione. Nella foto da sinistra il rettore Giorgio Calcagnini, il prefetto Darco Pellos, il pro rettore vicario Vieri Fusi
Sigillo dell'ateneo di Urbino al prefetto di Ancona: «Darco Pellos, il laureato esemplare». Lectio magistralis sul ruolo di coesione. Nella foto da sinistra il rettore Giorgio Calcagnini, il prefetto Darco Pellos, il pro rettore vicario Vieri Fusi
di Beatrice Giannotti
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Mercoledì 21 Dicembre 2022, 04:10 - Ultimo aggiornamento: 13:06

URBINO - È stato ieri conferito il Sigillo di Ateneo, il più alto riconoscimento universitario, al prefetto della provincia di Ancona, Darco Pellos.

«Un evento molto sentito da parte nostra – spiega il rettore Giorgio Calcagnini –. A novembre il riconoscimento è stato approvato dall’associazione laureati del nostro ateneo. Una realtà che in passato è già esistita ma ha avuto vicende alterne. Ora l’abbiamo ricostituita e con piacere ripartiamo con uno dei nostri ex studenti. Il prefetto Pellos è la figura che sintetizza al meglio tutte le caratteristiche che cercavamo oltre ad essere un urbinate laureato nella propria città».

Le motivazioni 

Tra le motivazioni del conferimento del Sigillo a Darco Pellos, «il suo ruolo di garante della sicurezza e di protagonista della coesione istituzionale e sociale, affrontando con spirito solidale e con senso del dovere le emergenze di ogni tipo a cui si è trovato di fronte, sia quelle economico-finanziarie che quelle derivate da un dissennato utilizzo delle risorse ambientali».

Pellos ha tenuto una lectio magistralis dal titolo “Il prefetto organo della sicurezza e protagonista della coesione istituzionale e sociale”. «È questo un luogo a cui sono molto legato, dove ho studiato e ho incontrato persone molto importanti, oltre a mia moglie, anche per il mio apprendimento, come Carlo Bo e Italo Mancini».
Un racconto dettagliato di quelli che sono stati e sono tutt’ora i ruoli del prefetto: un delegato.

Da sempre nella storia, da Ponzio Pilato, a Sant’Ambrogio, a Napoleone come prefetto nell’età moderna.

La collaborazione

«Una delle prime cose che hanno fatto i prefetti dopo l’unità di Italia è stato creare dei circoli nei quali poter collaborare e incontrare la classe dirigente, dal Nord al Sud dello stivale. Nelle Prefetture d’Italia c’erano serate per creare una amalgama tra classe dirigente del territorio – spiega Pellos –. Altra istituzione importante per i prefetti i circoli cittadini, per incontrare i maggiorenti del territorio e capirne le necessità. Il PRefetto come collante tra il potere e il popolo, ma funzione del prefetto è anche la vigilanza sugli organi». Dall’ordine alla sicurezza pubblica, alla tutela della legalità territoriale, il raccordo e la collaborazione con gli enti locali, consultazioni elettorali e referendarie, sicurezza sulla strada, la tutela dei diritti civili, temi riguardanti la cittadinanza e l’immigrazione, coordinamento della protezione civile e del soccorso pubblico sono alcuni dei compiti del Prefetto che lavora in sinergia con il Vicario del Prefetto e del Capo del Gabinetto del Prefetto.

L’ispirazione della funzione

«Lo strumento del prefetto è la neutralità e il dialogo. Come si fa il prefetto? Bisogna credere in quello che si fa, coltivare l’ambiente in cui si lavora, come un contadino, mai pensare che ci sia un tentativo di sopraffazione. Serve coscienza dei propri limiti, ma non svalutarsi, agendo sempre con umiltà». Definisce le Marche come «una regione equilibrata che riesce a legare ambiente e industria con una storia importante» Ai giovani che stanno frequentando l’università consiglia di studiare: «Quello urbinate è un ambiente sereno in cui poter formare la propria capacità professionale».

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