PESARO - Quando un edificio del centro storico viene raso al suolo oppure si scava in profondità per una ragione qualsiasi, anche a Pesaro ci si può aspettare di tutto. I sotterranei della città antica assomigliano a un vaso di Pandora tra resti archeologici di epoca tardo romana e medievale che spuntano un po’ ovunque.
Dopo le scoperte in occasione del rifacimento della ”ragnatela” di piazza del Popolo (una finestra sul passato subito richiusa senza portare neanche un muro alla luce del sole), la curiosità si sposta nel cantiere di via Giordano Bruno, vicino alla piazzetta del San Domenico.
Le fondamenta
In seguito alla demolizione di una vecchia e malandata palazzina, la zona assomiglia a una sorta di voragine post bellica che ha svelato nelle fondamenta reperti di un certo interesse, ancora non ben collocati nel tempo.
Telo di protezione
«Siamo passati per via Bruno e abbiamo dato un’occhiata agli scavi delle fondamenta del nuovo edificio - raccontano Roberto Malini e Fabio Patronelli del comitato -. Abbiamo notato strutture all’apparenza antica e un telo che protegge indagini più in profondità. Alcuni archeologi stanno verificando i primi strati del terreno, interessante anche perché tanto vicino all’ex convento del San Domenico. Abbiamo quindi contattato il Comune e la Soprintendenza per chiedere se sono stati fatti ritrovamenti di rilievo e se verrà ampliato lo scavo, visto che poi un nuovo edificio occuperà l’area. Inoltre vorremmo che fosse scansionato il cantiere con il georadar per mappare le strutture medievali sottostanti e magari rilevare altre tracce di epoca romana». Nella zona del piazzale c’era «un palazzo in parte rifatto, ma con sezioni antiche ora perdute per sempre. Pensiamo che fosse irrecuperabile anche nelle parti interne, altrimenti la Soprintendenza non avrebbe permesso la demolizione».Intanto, sempre in centro storico, nel sottosuolo di piazzale Collenuccio e via dell’Arsenale sono in arrivo nuove ricerche archeologiche con l’aiuto del georadar, in programma il 27 e 28 giugno. Un progetto curato dall’Università degli studi di Urbino in collaborazione con l’Istituto di scienze del patrimonio culturale-Consiglio nazionale delle ricerche.
Nuove ricerche
«Un’indagine diagnostica non invasiva a fini di archeologia preventiva - spiegano gli addetti ai lavori -, cioè per verificare l’esistenza di reperti che potrebbero interessare la memoria storica e interventi futuri. Sarà utilizzata la tecnica georadar Gpr, Ground penetrating radar. La ricognizione interessa piazzale Collenuccio e altri siti del centro. Il periodo storico indagato è compreso tra lo sviluppo del cristianesimo (IV secolo d.C.) e il termine del basso medioevo (XV secolo). Un’epoca del passato di Pesaro ancora scarsamente delineata dagli studiosi».
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