Le proposte del sindaco Seri ad Acquaroli: «A Fano l’hub di medicina interna. Dateci i 50 posti letto di ortopedia»

Riassetto dei servizi: dialogo con Pesaro e filiera con il territorio

Le proposte del sindaco Seri ad Acquaroli: «A Fano l’hub di medicina interna. Dateci i 50 posti letto di ortopedia»
Le proposte del sindaco Seri ad Acquaroli: «A Fano l’hub di medicina interna. Dateci i 50 posti letto di ortopedia»
di Lorenzo Furlani
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Sabato 8 Aprile 2023, 03:40 - Ultimo aggiornamento: 15:51

FANO È la terza città delle Marche e non è cenerentola. Non invitata al ballo sulla sanità con Pesaro e Urbino (a cui la giunta Acquaroli ha presentato il nuovo piano regionale il 5 aprile, posticipandolo per la città della fortuna al 17), Fano si ritaglia il vestito da sé e si rivolge direttamente al governatore delle Marche con una proposta sul riequilibrio sanitario del territorio che non è opera di fata bensì di un ampio confronto con il mondo ospedaliero su criticità e risorse. 

 


Le preoccupazioni


L’urgenza è dettata da alcune serie preoccupazioni. «Le problematiche, a partire dalle liste di attesa - evidenzia il sindaco Massimo Seri -, non si sono ridimensionate negli ultimi due anni, semmai si sono accentuate come mi segnalano i cittadini. Ci vuole una visione che non colgo, occorre un ragionamento complessivo per l’intero territorio, in una provincia che ha la maggiore complessità della regione. Non si può parlare con un distretto o con l’altro». 
Il timore del sindaco è che nel riassetto dei servizi, dopo la recente riforma regionale (via l’azienda ospedaliera Marche Nord e 5 aziende sanitarie territoriali, una per provincia, al posto dell’Asur), Pesaro avrà l’attenzione che merita la costruzione di un nuovo ospedale e Urbino la sensibilità dovuta al presidio di riferimento dell’entroterra. «Così Fano rischia di restare penalizzata - osserva Seri - perché nell’organizzazione ci deve essere un equilibrio tra costi e servizi».

Il contributo


La giunta regionale ha iniziato la consultazione dei territori sulla bozza del nuovo piano socio sanitario, prima della sua formale approvazione, per offrire disponibilità ad accogliere suggerimenti utili. «Apprezzo questa scelta - sottolinea il sindaco -. Poiché non ho avuto occasioni di incontro per questo territorio ed è un dato di fatto che, se ci sono, li ho sempre per ultimo, la forma perciò diventa sostanza, avanzo attraverso la stampa questo contributo al presidente Acquaroli, tralasciando l’assessore alla sanità Saltamartini».


Pari dignità


Nel dialogo sanitario necessario tra i due principali centri della provincia, il sindaco di Fano rivendica pari dignità con Pesaro e chiede, con un’articolata proposta declinata per specialità, che nell’Ast il Santa Croce, sulla scia dell’organizzazione di Marche Nord, mantenga l’hub di medicina interna e specialistica, confermando la vocazione per la chirurgia programmata e sviluppando una collaborazione con l’università di Ancona.

Inoltre, chiede per il Santa Croce i 50 posti letto di ortopedia congelati da 5 anni per la clinica privata già prevista a Chiaruccia. «È la grande occasione per recuperare ortopedia e la tradizione della scuola di Cormìo - afferma - utili a contrastare la mobilità passiva verso la Romagna, che riguarda gli interventi ortopedici di media e bassa complessità, con una ricaduta positiva a favore del territorio per il privato che investe sulle terme di Carignano anche con una clinica vocata alla riabilitazione ».

La palazzina


Seri apprezza l’investimento della Regione sulla palazzina dell’emergenza urgenza del Santa Croce, con un cambio di priorità rispetto al passato, ma adesso c’è bisogno dei contenuti: posti letto e tecnologie per qualificare l’offerta ospedaliera. «Diversamente - evidenzia -, peggiorando la situazione, il rischio è la fuga dei medici dalle nostre strutture con l’ulteriore aumento anche della mobilità passiva».
La visione sanitaria, dopo l’insegnamento della pandemia, passa per il territorio e la prossimità, marcando l’esigenza di una filiera che in particolare leghi Fano alle valli Metauro e Cesano. «La sanità territoriale fa la differenza - segnala Massimo Seri -: deve curare la prevenzione e svolgere una funzione di filtro indirizzando i pazienti sul corretto percorso ospedaliero».  L’altra grande necessità è il ridisegno degli Ambiti territoriali sociali per farli coincidere con i distretti sanitari, per Fano si tratterebbe di accorpare gli ambiti 6 e 7 per evitare le cesure sulla continuità dei servizi sociali come quella attuale tra la città e il suo entroterra metaurense.
 

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