Lavoratori in nero, norme di sicurezza e anti Covid ignorate: laboratorio tessile chiuso, multa a quattro zeri

Lavoratori in nero, norme di sicurezza e anti Covid ignorate: laboratorio tessile chiuso, multa a quattro zeri
Lavoratori in nero, norme di sicurezza e anti Covid ignorate: laboratorio tessile chiuso, multa a quattro zeri
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Venerdì 6 Agosto 2021, 03:25 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 06:21

SANT’ANGELO IN VADO - Laboratorio tessile cinese con 9 lavoratori su 11 in nero, scatta la chiusura. E maxi multa da 75 mila euro. Operazione di vigilanza e contrasto del lavoro sommerso portata avanti dai militari del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Pesaro e Urbino, assieme al personale del comando Stazione Carabinieri di Sant’Angelo in Vado, dell’Asur di Urbino e al personale dell’Ispettorato del lavoro.

A seguito di una preliminare e attenta attività d’indagine ed informativa, realizzata nei giorni precedenti, è stato effettuato un apposito accesso ispettivo nel Comune di Sant’Angelo in Vado, all’interno di laboratorio tessile, ove sono state riscontrati ben 9 lavoratori in nero – su 11 lavoratori controllati. 

Concorrenza sleale

Un regime dunque di concorrenza sleale verso le altre aziende. Visto che la manodopera irregolarmente occupata nella misura era pari all’80% circa del personale trovato intento al lavoro al momento del controllo, l’azienda ispezionata è stata destinataria del provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale. Il titolare dell’azienda si è reso peraltro responsabile di gravi violazioni in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro, e nello specifico per non aver rispettato nessuna delle norme obbligatorie e previste dalla normativa vigente. Irregolarità che si aggiungono a quelle connesse con la totale inosservanza delle modalità di attuazione delle procedure organizzative e gestionali oggetto del Protocollo in materia di misure precauzionali anti contagio per Covid-19. In particolare non c’era una cartellonistica adeguata sulle normative e informazioni anti contagio, non c’erano informative in cinese, la lingua parlata dai lavoratori. Il datore non ha assicurato le previste modalità di ingresso in azienda, nè le previste modalità di accesso dei fornitori esterni. Il titolare non aveva alcun registro degli accessi in azienda. Non c’era un ingresso dedicato al personale esterno all’azienda, nè la prevista pulizia e sanificazione in azienda. Infine il titolare non ha assicurato le precauzioni igieniche personali, dato che non c’erano prodotti per la sanificazione delle mani. Considerato che la prosecuzione dell’attività produttiva può infatti avvenire solo in presenza di condizioni che assicurino alle persone che lavorano negli ambienti di lavoro, adeguati livelli di protezione, è stata disposta la chiusura per giorni 5 utili per il ripristino delle condizioni di sicurezza necessarie per evitare il contagio da Covid 19. Nel corso del servizio rilevate sanzioni amministrative per un totale di euro oltre 60mila euro connesse con l’impiego dei lavoratori “in nero” e carenze igienico sanitarie ed ammende per circa 15mila euro.
Gli illeciti
L’accertamento degli illeciti è stato possibile grazie all’attenta attività di indagine preventiva ed azione di cooperazione dal comparto di specialità del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro e del Comando Arma competente per territorio coadiuvati dalla valida e preziosa collaborazione del personale Asur, quest’ultimo competente sulla sicurezza e salute dei luoghi di lavoro.

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