Zuffa in famiglia, spunta anche un coltello: figlio assolto e madre condannata

Zuffa in famiglia, spunta anche un coltello: figlio assolto e madre condannata
Zuffa in famiglia, spunta anche un coltello: figlio assolto e madre condannata
di Luigi Benelli
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Mercoledì 13 Gennaio 2021, 04:25

SAN COSTANZO  - La lite in famiglia tra marito e moglie con minacce con tanto di coltello, finisce in tribunale. Le donne si tirano per i capelli, si prendono a ombrellate, il figlio viene assolto, la madre viene condannata.

Il fatto era accaduto a San Costanzo dove madre (68 anni), figlio (45 anni) e figlia (38), tutti di origine marocchina, litigarono con la moglie del 45enne arrivata assieme ai familiari per chiedere la separazione. All’arrivo delle forze dell’ordine e dei medici madre e figlia sanguinavano e avevano riportato abrasioni al braccio e alla nuca. La signora era in stato di panico. 


Tutto sarebbe nato da un diverbio con la moglie del 45enne e i suoi famigliari intenta a richiedere l’annullamento del matrimonio.

Momenti in cui sarebbe emerso anche un lungo coltello, ma mai ritrovato. Il marito avrebbe detto in quella circostanza “Te la faccio pagare” alla moglie brandendo il coltello. Motivo per cui è finito a giudizio con l’accusa di minacce aggravate dalla presenza di arma da taglio. 


Madre e figlia invece sono finite alla sbarra con l’accusa di aver causato lesioni alla moglie di lui, colpita a ombrellate in testa tanto da ricevere 5 giorni di prognosi in ospedale dopo le cure. Il tutto dopo essersi azzuffate tirandosi per i capelli. Durante la lite furibonda, una famigliare della moglie avrebbe tentato di disarmare l’uomo procurandosi una ferita alla mano. Una storia maturata in un contesto di un rapporto burrascoso in cui la moglie, 40 anni, ha raccontato di aver subito lesioni dal marito e di non volerne più sapere. 


Ieri davanti al giudice monocratico del tribunale di Pesaro l’uomo, difeso dall’avvocatessa Pia Perricci, è stato assolto per non aver commesso il fatto mentre la madre è stata condannata a 6 mesi e 1800 di risarcimento danni. Infine la sorella è stata assolta per non aver commesso il fatto. 

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