San Benedetto, il tempo stringe: Comune al lavoro sul maxi progetto

San Benedetto, il tempo stringe: Comune al lavoro sul maxi progetto
San Benedetto, il tempo stringe: Comune al lavoro sul maxi progetto
di Miléna Bonaparte
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Giovedì 18 Agosto 2022, 07:00

PESARO  - Prende il via dalla cancellata di via Belvedere l’itinerario alla scoperta del vecchio manicomio San Benedetto, tra ambulatori, stanze di degenza, uffici, saloni, corridoi, cortili, giardini, porticati su quasi 20.000 metri quadri di superficie, in parte seicenteschi in parte neoclassici.

Una esplorazione difficoltosa perché ci si avventura tra le rovine di uno stabile abbandonato da più di 30 anni (attorno all’85 c’è stata la chiusura ufficiale dopo la legge Basaglia 180 del ’78, mentre la smobilitazione definitiva è avvenuta nel ’90). Solai crollati e pericolanti, buchi alle pareti ammuffite, scale in parte inagibili, spazi verdi incolti, piccioni che hanno fatto qui il loro nido. I segni dell’abbandono, in più punti a cielo aperto, sono di grande impatto, ma per certi versi sembra che l’attività dell’ex ospedale psichiatrico si sia cristallizzata in una dimensione surreale, dal momento che si possono visitare ancora l’archivio con le cartelle cliniche, il ripostiglio delle scarpe degli internati, la sartoria coperta di stoffe impolverate, un angolo pieno di medicinali ammonticchiati per terra, gli scaffali con le inquietanti fasce bianche di contenzione, una valigia vicino alle scale forse di chi rivendicava il diritto di tornare a casa.

Nel silenzio commosso per tanto dolore che trasuda, risuona pressante la domanda per sapere a che punto sono le operazioni di recupero e riuso.

Per la riqualificazione del San Benedetto, tenuto conto dell’imponente intervento e del progressivo degrado, i tempi stringono e gli uffici opere pubbliche del Comune, dopo la pausa di agosto, vogliono lavorare alla progettazione definitiva in vista della gara d’appalto e della scadenza obbligata del 2026 dettata dal Pnrr. Quella dell’amministrazione comunale è la tranche più avanzata del progetto, che si è aggiudicato i 15 milioni del bando Pinqua (dei tre ministeri delle Infrastrutture e mobilità sostenibili, della Cultura e dell’Economia e finanze), allacciato alle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza, per realizzare su corso XI Settembre, 5.755 metri quadrati, circa 30 appartamenti residenziali pubblici. Quattro anni davanti per procedere a tappe prestabilite e variamente finanziate. Ma gli imprevisti tecnici si aggravano con un governo in ordinaria amministrazione preelettorale. In primo luogo, non è ancora arrivato dal Ministero l’anticipo del 10% sui 15 milioni assegnati, necessari per passare dal progetto di fattibilità tecnica ed economica semplificato allo step più avanzato.

Il Comune dovrà inoltre acquisire l’area da Asur, proprietaria del San Benedetto.   Forte però del decreto ministeriale, il Comune va avanti, affidando la perizia per la valutazione del comportamento statico e sismico dell’edificio e incaricando un restauratore allo studio sulla conservazione delle pitture murali, largamente scrostate, che ricoprono le pareti della galleria del Salone delle feste con buvette dove gli internati si riunivano durante i momenti ricreativi. Sono opere del pittore Matteo Tassi (1831-1895) di Assisi o Perugia. Gli interventi del Comune sono finanziati anche con il Pinqua del Centro storico per altri 15 milioni che serviranno alla realizzazione del “polmone della cultura” su 1.092 metri quadrati, più altri 365 mq di servizi, nelle ex lavanderie di via Belvedere.

Gli spazi saranno ceduti gratuitamente dalla Asur. Sono previsti luoghi di aggregazione, come la “casa del Rof” con residenze per gli artisti.   Hanno visto la luce, dunque, due dei quattro lotti dell’operazione che interessa anche Asur e Regione, rimaste però alla pianificazione ordinaria dei lavori senza i finanziamenti necessari, non avendo scelto le opportunità del Pnrr. L’ex Area vasta vuole realizzare, da una parte, gli uffici della nuova Azienda sanitaria territoriale e la sede di alcuni servizi ora in via XI Febbraio. L’intervento è relativo alla parte affacciata sui cortili (6.080 metri quadrati). Dall’altra, l’Asur ha previsto di destinare a residenza privata la schiera nell’ala di 1.056 mq in via Mammolabella.

Servirebbero in totale oltre 40 milioni di investimenti e distinte, ma coordinate, azioni degli enti che hanno sottoscritto l’accordo di programma a marzo del 2021. Un ruolo chiave ce l’ha infine la Soprintendenza, perché il complesso è vincolato. Il vecchio manicomio ha origine dal seicentesco convento del Carmine sul quale insistono le strutture successive, dove spicca una chiesetta dell’800 con busti, epigrafi e cantoria. Altro elemento di tutela sono i cortili, habitat di alberi secolari come roverelle, frassini, tassi, lecci e altre specie protette che, loro sì, resistono immobili al passare del tempo. 

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