Guardia medica, il comitato di Area vasta deciderà hub e spoke: ma l'accordo sarà temporaneo

La sede pesarese della guardia medica
La sede pesarese della guardia medica
di Lorenzo Furlani
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Giovedì 10 Marzo 2022, 10:10

PESARO - L’accordo regionale per sopperire alle carenze del servizio di guardia medica è sperimentale e temporaneo, non produrrà effetti immediati e soprattutto non sarà risolutivo. L’intesa sottoscritta da Regione e Asur con i segretari regionali dei sindacati dei medici Fimmg e Snami mira a tamponare l’emergenza in attesa del nuovo accordo nazionale collettivo per la medicina generale, in via di formalizzazione, che ristrutturerà l’organizzazione di base con l’introduzione del ruolo unico di assistenza primaria e il superamento delle incompatibilità tra vari servizi (per esempio la continuità assistenziale ora non può essere svolta dal medico di base che abbia superato un certo numero di assistiti).


L’incentivazione economica
L’accordo fa leva sull’incentivazione economica per frenare l’uscita dal servizio dei medici demotivati dalla bassa remunerazione, rispetto ad altre prestazioni (23,39 euro lordi all’ora, contro i 40 euro del servizio nelle unità speciali di continuità assistenziale, Usca, e i 60 per le vaccinazioni), e dal sovraccarico di lavoro causato proprio dalla fuga dei medici (nel Distretto sanitario di Pesaro ora sono attivi 4/6 medici su un organico di 28, che era completo fino all’agosto scorso) e per attrarre quanti hanno già abbandonato il servizio o saranno liberati dalle Usca, il cui numero dal primo aprile verrà ridotto.

L’intesa regionale prevede che i medici che copriranno, oltre al proprio, un turno scoperto percepiranno un’integrazione di 6,61 euro, ulteriori 10 euro saranno corrisposti per la copertura di più una sede limitrofa chiusa, arrivando così ai 40 euro delle Usca: è il caso del medico in servizio alla postazione di Pesaro che risponda anche le richieste degli utenti delle postazioni di Vallefoglia e Gabicce Mare chiuse.

Organico ridotto a un settimo
Attualmente nel Distretto pesarese sono coperti solamente i turni festivi e dei weekend (dalle 10 del sabato alle 8 del lunedì) della guardia medica di Pesaro, con le sedi di Vallefoglia e Gabicce Mare sospese.

Lo stesso accade a Fano, con la postazione di Mondolfo non attiva. Questo spiega l’affermazione in consiglio regionale dell’assessore alla sanità Filippo Saltamartini sull’impossibilità di usare il compenso per le Usca, stabilito in condizioni emergenziali per il Covid, come parametro delle altre prestazioni del servizio sanitario: in questo caso si tratta di un’altra emergenza. Se tutti i turni di guardia medica fossero coperti non ci sarebbe alcuna integrazione economica, tanto che l’innovazione non produce un incremento di costi per l’Asur in quanto è remunerata, con riserva di spesa, dal finanziamento già previsto per il servizio. È stata introdotta anche una remunerazione per i medici di continuità assistenziale per le vaccinazioni, alla stregua dei medici di base: 6,61 euro per ogni siero.

Le diverse fasce orarie
L’altra innovazione riguarda la modifica delle fasce orarie con il prolungamento del turno diurno, nei weekend e nei festivi, dalle 8 alle 24 e la conseguente riduzione di 4 ore di quello notturno, dalle 24 alle 8, e con l’individuazione nel territorio delle sedi hub, che svolgeranno il servizio di continuità assistenziale in modo completo, e delle sedi spoke, che osserveranno un orario ridotto. Si deciderà sulla base della frequenza storica delle richieste per ciascuna sede e della vicinanza ad altri servizi come per esempio le case di riposo o il pronto soccorso. Saranno necessari accordi in ogni Area vasta da sottoscrivere tra dirigenza e sindacati sulla base delle specifiche esigenze territoriali.

Magnoni: «E' presto per anticipare l'assetto»
«È presto per dire come ci organizzeremo - afferma il direttore dell’Area vasta 1, Romeo Magnoni -, i direttori dei tre Distretti stanno studiando da ieri la delibera regionale, poi dovremo riunire il comitato di medicina generale per valutare come implementare l’accordo nella nostra provincia».

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