Rifiuti, dissidi nel centrodestra. Aguzzi: «Questione irrilevante, non c'entra la lista con il Pd»

L'assessore regionale all'ambiente Stefano Aguzzi
L'assessore regionale all'ambiente Stefano Aguzzi
di Lorenzo Furlani
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Giovedì 9 Dicembre 2021, 09:17

PESARO - L’atmosfera della lavorazione dei rifiuti è tipicamente mefitica e rischia di diventarlo anche il clima politico. Tutti i temi relativi alla gestione dei rifiuti, che trascinano con sé dissidi sociali e politici per le scelte strategiche, si addensano in questa fine d’anno.

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L’inciampo in Regione
L’occasione per l’inciampo della politica regionale l’ha fornita la delibera sui rifiuti di San Marino da accogliere, 15 camion di scarti industriali in più rispetto a quelli che già arrivano nella discarica di Ca’ Asprete di Tavullia in base a un accordo del 2013.

La proposta di delibera per il consiglio regionale è stata bocciata dalla commissione ambiente. «E’ un atto di pochissima importanza - liquida la questione l’assessore all’ambiente Stefano Aguzzi-. Si tratta di un carico di rifiuti irrilevante, che abbiamo accolto solo perché San Marino ci ha chiesto un favore, al riguardo non ho niente da dire». Hanno un peso politico, però, il no di Giacomo Rossi (Civici Marche) e l’astensione di Luca Serfilippi (Lega), colleghi di maggioranza e di collegio elettorale di Aguzzi. 

I nodi al pettine
In questo periodo si concentrano la valutazione ambientale strategica e la verifica di conformità con il piano regionale dei rifiuti del piano d’ambito di Pesaro Urbino, approvato dai sindaci lo scorso 30 settembre sotto la guida di Giuseppe Paolini, presidente Pd di Ata e della Provincia, con vistose carenze di programmazione e altrettanto clamorose contraddizioni pianificatorie. Ancora in itinere sono le due richieste di autorizzazione presso la Provincia dei biodigestori promossi a Barchi e Talacchio per intercettare i munifici ecoincentivi del biometano da una società di Porto Sant’Elpidio e dall’azienda di scopo di Marche Multiservizi, il principale gestore dei servizi pubblici locali in provincia, amministrato dal socio industriale Hera di Bologna da sempre sotto l’egida politica del centrosinistra. 

Biodigestori, un no che pesa
Per la prima volta, di recente, hanno detto no ai due impianti in una mozione ancora da discutere due consiglieri di centrodestra (Nicola Baiocchi di Fdi e lo stesso Rossi) mentre in Regione le cruciali pratiche amministrative dei servizi locali le gestisce per le deleghe ricevute Stefano Aguzzi, assessore esterno di Forza Italia e leader del centrodestra fanese da quasi vent’anni, da quando provenendo dalla sinistra lo portò al governo cittadino.

L’elezione in Provincia
Proprio lui nelle settimane scorse ha promosso la strategia di una lista unica per le elezioni di secondo livello (votano solo sindaci e consiglieri comunali) del consiglio provinciale. Gli alleati, ovvero Lega, Fdi e Udc con Civici Marche, hanno detto no, a un anno dalla storica vittoria elettorale nelle Marche. Ma Forza Italia ha stretto lo stesso il patto con Pd e M5s mettendo nella lista tre sindaci di area (Maurizio Gambini, Fernanda Sacchi ed Elia Rossi). Tra i contrari c’erano Giacomo Rossi e Luca Serfilippi, proprio quelli che si sono messi di traverso sui rifiuti da San Marino. Una ricorrenza che assume un valore politico. Rossi e Serfilippi sono stati i primi a schermirsi rispetto a questa ipotesi, rivendicando il merito della questione: il primo perché il Titano per i rifiuti deve bussare in Emilia Romagna, il secondo perché vuole avere chiarimenti. Ora fa lo stesso Aguzzi. «Mi sono confrontato serenamente con entrambi su tutte le questioni e quella elettorale non c’entra niente - afferma -. Ho parlato anche con Acquaroli. Ed è legittimo che un consigliere possa dire la sua». 

I rifiuti in arrivo da tutt’Italia
Al Corriere Adriatico l’assessore l’aveva già spiegato: l’accordo elettorale è realpolitik per trattenere il consenso dei sindaci civici vicini al centrodestra, dando loro risposte amministrative in Provincia seppure governando con il Pd. Certamente, su San Marino Aguzzi ha ragione: il problema non sono le 2.400 tonnellate in più di rifiuti industriali che arriveranno solo nel 2021 a Ca’ Asprete ma quelle che lì e a Ca’ Lucio di Urbino arrivano da 4 anni da tutta Italia in deroga al piano dei rifiuti regionale. E che l’Ata vorrebbe fare arrivare ancora per altri 6 anni. È su questo che la sua decisione amministrativa sarà politicamente sensibile e rilevante.

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