Rifiuti, fallita la mediazione della Regione: l'Ata di Pesaro Urbino rilancia il ricorso al Tar contro la bocciatura del piano

Rifiuti, fallita la mediazione della Regione: l'Ata di Pesaro Urbino rilancia il ricorso al Tar contro la bocciatura del piano
Rifiuti, fallita la mediazione della Regione: l'Ata di Pesaro Urbino rilancia il ricorso al Tar contro la bocciatura del piano
di Lorenzo Furlani
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Domenica 5 Marzo 2023, 04:50 - Ultimo aggiornamento: 13:40

PESARO - Invece della pace, scoppia la guerra tra l’Assemblea territoriale d’ambito dei rifiuti e la Regione Marche. Contraddicendo la percezione di un clima disteso riportata anche in consiglio regionale dall’assessore all’ambiente Stefano Aguzzi dopo l’incontro tecnico per cercare una soluzione alla vertenza rifiuti, il vertice politico amministrativo dell’Ata conferma la prima intenzione: ricorrere al Tar contro la bocciatura del piano provinciale dei rifiuti da parte della Regione.

  

Per martedì prossimo alle 18 è convocata nella sala Pierangeli della Provincia, in via Gramsci 4 a Pesaro, l’assemblea dei sindaci chiamata a votare la proposta di un contenzioso giurisdizionale contro l’esito negativo della verifica di conformità del piano d’ambito al piano regionale di gestione dei rifiuti (Prgr), comunicato il 17 gennaio scorso dagli uffici tecnici della Regione.

Rifiutata l’offerta di flessibilità

Fallisce, dunque, la mediazione dell’assessore regionale Aguzzi per rimediare al “vizio essenziale e fondamentale” rilevato nel piano dell’Ata per il mancato adeguamento ai criteri stabiliti dalla Regione riguardo ai quantitativi di rifiuti da smaltire nelle discariche provinciali, in particolare per i limiti posti ai rifiuti speciali non pericolosi: il 50% dei rifiuti urbani e la provenienza marchigiana.

Aguzzi aveva offerto una doppia flessibilità: accordare ai gestori del servizio un periodo di tempo per rientrare nei parametri regionali e derogare alla classificazione degli scarti di lavorazione della raccolta differenziata come rifiuti speciali affinché tali (cosiddetti) sovvalli fossero compresi tra i rifiuti urbani (una tolleranza di circa 65mila tonnellate all’anno di rifiuti smaltibili in più).

Contestata la competenza

Ma il presidente Paolini e gli uffici dell’Ata contestano la competenza della Regione a imporre prescrizioni vincolanti. “Appare priva di fondamento in particolare - si legge nella proposta di delibera - la pretesa degli uffici regionali di ritenere cogenti e imperative le norme del Prgr relative al conferimento in discarica di rifiuti speciali, in quanto materia riservata all’esclusiva competenza dello Stato. A tal proposito si riporta come alcune Regioni italiane si sono viste dichiarare incostituzionali dalla Corte costituzionale (Regioni Friuli Venezia Giulia, Veneto e Sardegna) leggi regionali che imponevano limiti alla circolazione tra regioni di rifiuti speciali».


L’Ata, che rivendica la legittimità dei conferimenti programmati in quanto autorizzati dalla Provincia, osserva che conformarsi all’interpretazione della Regione rischia di provocare, oltre a “una disarticolazione” della programmazione di competenza della stessa Ata, “un incremento delle tariffe del servizio rifiuti a carico degli utenti”. 

Le quantità in eccesso

Secondo l’analisi svolta dal dirigente della Regione Sbriscia nell’incontro allargato ai gestori del 10 febbraio scorso, l’eccesso dei rifiuti conferiti ammonterebbe a circa 108mila tonnellate all’anno, in base ai dati del 2021. La Regione, nella sua censura, rileva il carattere strategico delle discariche perché proseguendo all’attuale ritmo di conferimenti si dovrebbe procedere all’urgente allargamento di un impianto, consumando altro suolo, per evitare che il territorio si trovi in emergenza per lo smaltimento dei rifiuti urbani. 
Il contenzioso riguarda l’attività svolta da Marche Multiservizi nella discarica di Ca’ Asprete (dopo la saturazione con i rifiuti speciali nel 2022 di Ca’ Lucio), sia perché la giunta di Fano che controlla l’altro gestore (Aset, a proprietà interamente pubblica) ha già deciso di non aderire al ricorso al Tar, sia perché dalla stessa azienda Aset si apprende che a Monteschiantello i rifiuti speciali conferiti ammontano al 48% degli urbani.

La posta in gioco

La sostanza è che i conferimenti da ridurre generano introiti superiori a 10 milioni di euro, capaci perciò di incidere sulla politica di bilancio del gestore. L’assessore Aguzzi, osservando che nella discarica di Ancona si applicano tariffe più basse accogliendo rifiuti speciali pari al 25% degli urbani, aveva ventilato la possibilità che venisse presa in considerazione una riduzione degli utili di Mms (13,5 milioni di euro nel 2021), ricevendo in risposta la critica dell’amministratore delegato Tiviroli nell’incontro di febbraio: «Allora la Regione potrebbe anche togliere l’ecotassa».

Il rapporto istituzionale

Cercando un’improbabile quadratura del cerchio, nella delibera dell’Ata, oltre al ricorso al Tar, si propone di “continuare ad interloquire con la Regione Marche al fine di mantenere un corretto rapporto istituzionale per valutare possibili soluzioni pianificatorie integrative percorribili all’interno di un quadro di legittimità in attesa dell’adozione della nuova pianificazione regionale”.

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