Matteo Ricci e il messaggio al Pd: «Basta litigare, sembriamo dei depressi»

Matteo Ricci e il massaggio al Pd: «Basta litigare, sembriamo dei depressi»
Matteo Ricci e il massaggio al Pd: «Basta litigare, sembriamo dei depressi»
di Thomas Delbianco
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Domenica 11 Dicembre 2022, 03:20 - Ultimo aggiornamento: 16:54

PESARO  - Primarie per il nuovo segretario Pd entro fine gennaio, elezioni regionali (Lazio e Lombardia), costituente entro novembre 2023 con una convention, elezioni europee 2024, vero banco di prova del Pd, nelle quali risalire fino al 25%. E un messaggio ai dem locali: «Finiamola di litigare tra noi, sembriamo un gruppo di depressi».

Il sindaco di Pesaro Matteo Ricci traccia la sua road map per il Pd. E lo fa all’Open Day del Partito Democratico di Pesaro, che si è tenuto ieri nella sede della Federazione provinciale in via Salvatori, il day after della conferenza stampa nazionale nella quale ha annunciato la rinuncia alla corsa per il dopo Letta alla guida del partito, e l’appoggio a Stefano Bonaccini.


Il dibattito


Ricci ha partecipato ad un dibattito con Marco Bentivogli, coordinatore di Base Italia e recente candidato alle politiche per il Pd nell’unnominale del Senato Marche Nord sul tema “Tra la Costituente democratica e le urgenze del paese”.

Ad introdurli Laura Mengucci che ha sviscerato i vari aspetti del tesseramento online, e il segretario Pd Giampiero Bellucci, il quale ha fatto riferimento ai rapporti Censis e Caritas, sull’insicurezza degli italiani da una parte, e sulle difficoltà sociali dall’altro, per provare a recuperare la fiducia dei cittadini verso la politica e dare l’indirizzo di un partito «vicino alle fasce deboli», collegandosi anche all’iniziativa, che si è tenuta ieri in via Salvatori, per raccogliere generi alimentari a lunga conservazione che saranno poi devoluti ad enti caritativi presenti in città. 


«Quella dell’open day è una modalità che ha fatto bene alle scuole - ha detto Bellucci - perchè le spinge a rinnovarsi, a stare sul pezzo, a integrare e ampliare i percorsi didattici. Oggi abbiamo cercato di copiare questa modalità anche per il Pd, che vive un periodo non facile. Il 25 settembre non è stata una bella giornata, non abbiamo raccolto ciò che abbiamo seminato in questi anni». Poi è stato il turno di Bentivogli, che non ha lesinato critiche al Governo, «non stanno facendo niente di quello che hanno promesso in campagna elettroale», così come al Pd sulle prime iniziative parlamentari, e sul flop elettorale, «è stato il risultato peggiore dal dopoguerra, ma oggi nei sondaggi siamo addirittura tre punti sotto». Si è trovato d’accordo con Ricci sul percorso costituente successivo alle primarie, anche se lo stesso primo cittadino nel suo intervento ha mostrato diversità sui contenuti della costituente e dell’anima che dovrà avere il Pd, «non dobbiamo fare la rivoluzione d’ottobre», riferendosi al fatto che per Bentivogli va recuperato il dibattito sul perchè non c’è più la scintilla dell’ottobre 1917. Per Ricci, con i candidati già in campo, «aprire ora il dibattito sulla costituente rischia di diventare su ogni tema, un motivo di divisione congressuale. Occorre cambiare il percorso messo in campo, che secondo me non funziona e rischia di creare un grande corto circuito tra l’esigenza di una nuova costituente di un nuovo Pd e la campagna per le primarie, che è già in atto: c’è un errore di fondo che sta nella dichiarazione fatta da Letta a conclusione dell’ultima assemblea nazionale “avanti con la costituente avanti con le primarie”.

A mio parere o si fa una cosa o si fa l’altra. La costituente la faccia il nuovo segretario, quindi entro la fine di gennaio si facciano le primarie. È impensabile pensare ad una fase costituente senza sapere quale sia il pensiero del nuovo segretario. Facciamo diventare le primarie un traino per le elezioni regionali. Poi a marzo 2023 apriamo il percorso costituente, da concludere intorno a ottobre-novembre 2023 con una grande convention del Pd. E andare verso le Europee del 2024, che saranno il vero banco di prova del nostro partito, puntando a tornare sopra il 20-25%. Le Europee saranno anche un indicatore di metà mandato per il Governo Meloni». 


Suonare la sveglia


Poi il refrain su un partito sorridente e combattivo, ma in questo caso con un messaggio rivolto al Pd locale, per cercare di interrompere le divisioni in corso: «Basta di litigare tra noi, ogni giorno sui giornali, sembriamo un gruppo di depressi, ritroviamo l’unità». 
 

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