PESARO - Si è aperto uno spiraglio nella contrapposizione tra Regione Marche e Assemblea territoriale d’ambito sulla gestione delle discariche della provincia di Pesaro Urbino, dopo l’esito negativo della verifica di conformità del piano provinciale dei rifiuti alla pianificazione regionale e la convocazione 8 giorni fa dell’assemblea dei sindaci chiamata a votare un ricorso al Tar contro il provvedimento della Regione. Sarà un incontro tecnico da programmare la prossima settimana l’occasione estrema per verificare la possibilità di un’intesa istituzionale.
Il tentativo di mediazione
Era stata la serie di perplessità, dubbi e contrarietà sul prospettato ricorso al Tar espressa da diversi sindaci a indurre il vertice dell’Ata ad accogliere la richiesta di un chiarimento con la Regione, che ha preso la forma del confronto svolto ieri pomeriggio all’hotel Baia Flaminia di fronte ai primi cittadini della provincia. All’incontro-dibattito, a cui è stato escluso il pubblico (non sono stati ammessi in particolare alcuni comitati cittadini attivi nei territori sulla vigilanza ambientale), hanno preso parte il presidente Paolini e il direttore Ranocchi dell’Ata, l’assessore all’ambiente Aguzzi e il dirigente dell’ufficio rifiuti Sbriscia della Regione, l’amministratore delegato di Marche Multiservizi Tiviroli e il presidente di Aset Reginelli.
L'interpretazione delle norme
Sulla base dell’interpretazione flessibile di alcune norme del piano marchigiano dei rifiuti del 2015 offerta dalla Regione, il presidente dell’Ata e l’assessore Aguzzi hanno concordato di fissare lunedì un incontro tecnico per valutare una proposta di piano provinciale dei rifiuti sostenibile, ovvero compatibile con le linee della programmazione regionale.
Il conferimento degli speciali
La materia del contendere è il consistente conferimento di rifiuti speciali non pericolosi, derivati dalle attività produttive, nelle discariche di Tavullia e Fano (quella di Urbino è stata già saturata nel 2022) che ne riducono rapidamente le capacità di abbancamento.
Il limite del 50% degli urbani
Il piano regionale prevede per i rifiuti speciali il limite del 50% degli urbani e la provenienza regionale. E’ stato chiesto il rientro in questo limite in un arco di tempo favorendo le esigenze delle imprese marchigiane ed escludendo dalla percentuale gli scarti di lavorazione dei rifiuti urbani differenziati, classificati appunto come speciali. A Ca’ Asprete di Tavullia dal 2015 al 2021 questi sovvalli hanno costituito il 23% dei rifiuti produttivi conferiti.
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