Pronto soccorso, Saltamartini: «Marche Nord ha assunto 1 neurologo, 2 chirurghi e 3 internisti»

L'assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini e il pronto soccorso di Pesaro
L'assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini e il pronto soccorso di Pesaro
di Lorenzo Furlani
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Mercoledì 6 Aprile 2022, 08:50

PESARO - A Marche Nord sono stati assunti un neurologo, due chirurghi e tre internisti per lavorare al pronto soccorso, vista la mancanza di risposte ai reiterati concorsi e avvisi pubblici per reclutare specialisti di medicina d’urgenza e sopperire alla fuga di medici dal reparto di frontiera dell’azienda ospedaliera. L’ha dichiarato ieri nell’assemblea legislativa delle Marche l’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini, rispondendo all’ultima interrogazione urgente della consigliera del M5s Marta Ruggeri sulle difficoltà del sistema di emergenza regionale.

La critica ai giornali
Saltamartini ha dichiarato in aula che «la situazione non è quella che è stata delineata, che è apparsa sui giornali, con manifestazioni politiche e quant’altro è avvenuto in queste ultime settimane. Se chiaramente lo scontro politico avviene all’interno del pronto soccorso emergono dei problemi che evidentemente riguardano la mancata programmazione della formazione dei medici».

A margine del consiglio, l’assessore regionale ha completato il concetto riferendosi alle critiche verso la direzione di Marche Nord del sindaco Matteo Ricci, espresse dopo le dimissioni dell’ex direttore del pronto soccorso Umberto Gnudi, e al sit in organizzato giovedì scorso dal Pd, dichiarando che lui sarebbe andato il giorno dopo «con i cartelli per dire che la responsabilità è del Pd che, governando da 10 anni, dal 2012, dal governo Monti, non ha formato i medici. Ricci dovrebbe manifestare contro sé stesso».

Il disagio reale
In verità la mancata programmazione nazionale e lo scontro politico che in ogni legislatura regionale si consuma sulla sanità sono noti, ma il disagio operativo nel pronto soccorso di Marche Nord è reale, non è un’invenzione dei media e, soprattutto, non ha niente a che fare con lo scontro politico.

Al contrario il richiamo della contrapposizione politica da parte dell’assessore fa velo alla comprensione delle dinamiche innescate all’interno di Marche Nord dalle risposte tardive date alle difficoltà del pronto soccorso, ripetutamente segnalate, che anziché alleviare il malessere l’hanno aggravato causando le recenti dimissioni di 6 medici, tra cui quelle dell’ex direttore che gode di grande stima professionale innanzitutto tra i suoi colleghi.

I numeri dell'organico
Attualmente la dotazione del pronto soccorso di Marche Nord è di 24 medici, rispetto ai 36 dell’organico, di cui effettivi 22, come ha puntualizzato l’assessore (seppure citando 4 medici dimissionari anziché 6), perché un medico è in aspettativa, la seconda dottoressa in aspettativa lo è solo per metà ore perciò lavora e Gnudi è in ferie in quanto l’azienda ha rinunciato ai 3 mesi di preavviso per le sue dimissioni, che sarebbero stati altri 3 mesi di servizio.

Le figure equipollenti
«Le assunzioni di 6 figure equipollenti alla medicina d’urgenza portano i medici a 28 - ha sottolineato Saltamartini - e altri 2 sono in arrivo».

Se il riferimento comprende anche la dottoressa selezionata nell’ultimo concorso regionale, lei stessa ha dichiarato due giorni fa che non sa se firmerà il contratto con Marche Nord. L’assessore ha poi richiamato le 240 ore rese disponibili dall’azienda per i turni aggiuntivi, corrispondenti al servizio di altri 2 medici, che sono quelle tendenzialmente coperte dai 106 medici di specialità equipollenti di Marche Nord invitati a dare una mano al pronto soccorso: «Così arriviamo a 30 medici».

La replica di Marta Ruggeri
Marta Ruggeri nella replica ha paventato che «la soluzione possa essere la chiusura del pronto soccorso a Fano o che si ricorra alle cooperative per reclutare il personale mancante. L’assessore ha escluso entrambi gli scenari. Verificheremo la veridicità dei suoi impegni e della sua analisi». Rilanciando la metafora del sindaco di Mombaroccio, Ruggeri ha sottolineato che «è inderogabile accendere un faro su Marche Nord».

A Pesaro record di dimissioni
La situazione dei pronto soccorso è la cartina di tornasole della sanità in Italia, che era stata indebolita e depotenziata da dieci anni di tagli quando ha dovuto affrontare la pandemia e che ora dopo quattro ondate di infezioni di Covid-19 è allo stremo, particolarmente nel reparto di prima linea.

L’ultimo annuario statistico del Ministero della salute evidenzia che dal 2010 al 2019 sono stati tagliati 173 ospedali (il 15%), 43mila posti letto, 42mila professionisti sanitari come riportato da Presa Diretta di Rai 3, che ha dedicato al tema uno speciale. A margine della trasmissione il presidente della Società italiana della medicina di emergenza urgenza (Simeu), Fabio De Iaco, ha segnalato sui social che ci sono state 5 dimissioni a Pesaro (in realtà sono 6), 4 a Firenze, 5 a Lecce, 1 a Nuoro della responsabile: «Solo alcune delle notizie delle ultime ore».

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