Alloggi privati per i profughi ucraini, 117 segnalazioni. Tinti: «Ma ora serve un convenzione come per gli enti»

L'assessore e presidente dell'Ats 6 Dimitri Tinti e le bandiere ucraine in piazza Venti Settembre a Fano
L'assessore e presidente dell'Ats 6 Dimitri Tinti e le bandiere ucraine in piazza Venti Settembre a Fano
di Lorenzo Furlani
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Domenica 13 Marzo 2022, 12:54 - Ultimo aggiornamento: 14 Marzo, 08:28

FANO - La guerra con i bombardamenti sulle città e gli ospedali (si usano anche bombe a grappolo, che colpiscono indiscriminatamente gli obiettivi civili) e il massacro della popolazione con i colpi di mortaio sparati anche sulle famiglie che cercano di mettersi in salvo hanno mosso il cuore della solidarietà della città di Fano, dove all’invasione dell’Ucraina da parte delle forze armate russe erano censiti circa 260 cittadini del Paese del presidente Zelenskyj, in gran parte donne impegnate come badanti nelle abitazioni degli anziani.

La risposta dei cittadini
«Ci ha profondamente colpito la solidarietà di così tanti cittadini che hanno contattato il centralino della Diocesi per offrire ospitalità, aprendo le porte delle proprie case al prossimo», sottolinea l’ufficio comunicazione della Diocesi di Fano Fossombrone Cagli Pergola riferendo la risposta all’appello per l’aiuto agli ucraini, soprattutto donne e bambini, che fuggono dal teatro di guerra.

In dieci giorni sono state 75 le famiglie residenti nel territorio che si sono offerte per accogliere nelle proprie case i profughi provenienti dall’Ucraina, secondo le segnalazioni giunte al centralino del nucleo emergenza attivato il primo marzo dalla Diocesi.

Trenta gli alloggi messi a disposizione nel solo comune di Fano. Oltre 160 telefonate sono arrivate al numero dedicato: disponibilità di camere e alloggi, appunto, insieme alle offerte di beni e di attività di volontariato, richieste di informazioni, ma anche segnalazioni di accoglienze già attivate e istanze per reperire alloggi entro breve tempo per chi è in viaggio. 

Fano è una città che si sta mobilitando come dimostrano anche le offerte di aiuto registrate sulla piattaforma digitale attivata dall’Ambito territoriale sociale 6. Ieri erano 129 le disponibilità segnalate, di cui 42 relative agli alloggi, 25 delle quali provenienti da Fano. Complessivamente, con quelle raccolte dalla Diocesi, dunque, le disponibilità di stanze e appartamenti privati sarebbero 117 ma è possibile che alcune segnalazioni nei due canali si sovrappongano posto che una cernita da parte degli enti ancora non è stata fatta. 

La disponibilità degli istituti religiosi
Poi ci sono le disponibilità delle parrocchie e dei sodalizi religiosi: per quanto riguarda questi ultimi si tratta di 8 posti nel convento delle suore di Sant’Andrea in Villis, 10 presso l’Opera Padre Pio e 18 nella struttura di San Biagio dell’istituto Don Orione. Quelli a San Biagio sono gli unici posti già occupati dai profughi arrivati attraverso il canale aperto dal missionario orionino don Egidio Montanari a Leopoli. Ma in città è già arrivata anche una cinquantina di ucraini accolta dai fanesi nelle loro case in base ai rapporti di parentela delle badanti (erano 42 i profughi registrati venerdì ma la situazione è in continua evoluzione e c’erano già altre due famiglie in arrivo).

«In questi giorni Caritas - sottolinea la Diocesi - si occuperà di censire gli alloggi privati disponibili. Un’altra importante azione sarà quella di incontrare le famiglie che richiedono una sistemazione per conoscere i loro bisogni e poter procedere a realizzare degli ingressi che siano rispondenti alle esigenze». Una reazione quindi fondata sulla spontaneità e in buona parte sul volontariato, in cui però l’assessore e presidente dell’Ats 6 Dimitri Tinti ravvisa una criticità, che si potrebbe palesare con il trascorrere del tempo, quando sarà scemata l’attuale onda emotiva.

Il richiamo alla Regione
«Al grande cuore dimostrato dalle nostre comunità occorre che le istituzioni, in rete con il terzo settore, mettano la testa - afferma Tinti -, quindi responsabilità e innovazione, chiedendo al Ministero dell’interno di organizzare anche con i privati e non solo con gli enti del terzo settore una rete sicura ed efficace di accoglienza temporanea. Basta con i proclami o gli annunci. Si devono mettere i Comuni nelle condizioni di far rientrare anche i privati nel convenzionamento per dare loro garanzie e risorse. L’ho fatto presente al prefetto. È anche necessario che la Regione, competente con la protezione civile, preveda e riconosca il valore dell’accoglienza privata».

Le raccolte di fondi della Caritas
Prosegue la duplice raccolta di fondi della Caritas per gli interventi umanitari in Ucraina (causale: Europa/Ucraina) e le accoglienze nel territorio (causale: Quaresima 2022), tramite il conto bancario Iban della Fondazione Caritas Fano: IT15X0521624310000000012938. Per informazioni: info@caritasfano.net; 391/1485502.

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