Fano, il premio "Ho l'Africa nel cuore" alla moglie dell'ambasciatore Attanasio

La consegna del premio "Ho l'Africa nel cuore" alla vedova di Luca Attanasio, Zaika Seddiki
La consegna del premio "Ho l'Africa nel cuore" alla vedova di Luca Attanasio, Zaika Seddiki
di Osvaldo Scatassi
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Domenica 3 Ottobre 2021, 09:44 - Ultimo aggiornamento: 4 Ottobre, 09:24

FANO - Luca Attanasio aveva l’Africa nel cuore e per questa ragione sua moglie Zakia Seddiki ha ricevuto il premio alla memoria, ieri pomeriggio a Fano, al bastione Sangallo durante la serata conclusiva della Settimana africana regionale. Un lungo e commosso applauso ha sottolineato le motivazioni del riconoscimento, ispirate al coraggio, all’umanità e alla professionalità di Attanasio nel suo operato come ambasciatore italiano in Congo. 

Assassinato a 43 anni
Nativo di Saronno in Lombardia, è stato assassinato in un agguato risalente al febbraio scorso, mentre viaggiava ai confini con il Ruanda sul convoglio del Programma alimentare mondiale. Aveva 43 anni e insieme con lui hanno perso la vita l’autista Mustapha Milambo e il carabiniere della scorta Vittorio Iacovacci, trentenne. Attanasio è considerato un diplomatico dall’alto profilo istituzionale («Voleva che l’Italia fosse protagonista dello sviluppo in Congo», ha detto la consorte) e dall’altrettanto alto senso della solidarietà verso le genti del Paese africano, in particolare verso le persone indifese come i più piccoli. «Assieme alla moglie ha fondato a Kinshasa l’associazione Mama Sofia, che aiuta 14.000 bambini di strada congolesi», è stato detto durante la cerimonia per la consegna del premio Ho l’Africa nel cuore, che ogni anno l’associazione fanese L’Africa Chiama assegna alla personalità che si sia distinta per le sue azioni a favore del continente più sfruttato. 
Prima di essere ucciso, Attanasio ha senz’altro contribuito a questa causa.

E il suoi progetti continueranno: Mama Sofia presto opererà in Italia e di conseguenza sarà possibile sostenere l’associazione anche dal nostro Paese, non soltanto in Congo. Va avanti, inoltre, l’idea di una rete fra associazioni da attivare per interventi nella Repubblica democratica africana.

L’intervista di Varagona
Attanasio era una persona, ha detto il giornalista Vincenzo Varagona mentre intervistava Zaika Seddiki, «che svolgeva bene la sua funzione di diplomatico e al tempo stesso sapeva ispirare le associazioni di volontariato». Una persona che non si faceva pregare quando era necessario uscire dagli uffici, ad esempio per raggiungere i tanti missionari nel cuore della grande foresta equatoriale e dire a loro, in modo simbolico: «L’Italia c’è». Pur nella sua grande riservatezza la moglie di Attanasio ha parlato, con affetto e con emozione, anche dell’aspetto caratteriale: «Luca chiedeva molto a se stesso e avrebbe sempre voluto fare di più, al tempo stesso era una presenza che infondeva serenità e gioia. Era sempre sorridente». Luca e Zakia si sono conosciuti a Casablanca in Marocco e sposati in Italia, dal loro matrimonio sono nati tre figli e tutta la famiglia si era trasferita in Congo. Una scelta rivendicata con orgoglio da Attanasio: «Spesso le persone si stupiscono, ma essere un ambasciatore è una missione, anche se rischiosa».

Pergamena all’associazione
Al termine della cerimonia, prima che iniziasse la cena etnica seguita da musica e danze della Notte Nera, il sindaco Massimo Seri ha consegnato una pergamena ad Anita Manti e Maria Teresa Fossati, presidente e vicepresidente di L’Africa Chiama, per il ventennale dell’associazione.

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