Carabinieri del Nas alla Potes di Marotta, spazi angusti e locali inadeguati. Il direttore: «Cerchiamo una nuova sede»

Tre spazi all'interno della Potes di Marotta
Tre spazi all'interno della Potes di Marotta
di Lorenzo Furlani
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Lunedì 17 Maggio 2021, 07:50 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 00:47

MAROTTA - Spazi angusti e locali inadeguati, con servizi carenti, una mancata divisione tra zona operativa e area relax e un’incompleta separazione dalle attività esterne. È questa la situazione logistica della sede della postazione territoriale di soccorso del 118 di Marotta, ubicata in viale Europa 1, nell’immobile di proprietà della Croce Rossa Italiana, dove alcuni ambienti sono fruiti in locazione dall’Area vasta 1.

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Per risolvere definitivamente questi problemi, vista l’insufficienza dei metri quadrati a disposizione, l’azienda sanitaria ha deciso di cambiare sede pubblicando su vari canali un avviso di indagine di mercato per acquisire a Marotta un immobile in locazione da adibire appunto al servizio della Potes.


Carenze igienico sanitarie
Le criticità si trascinano da anni e si sono aggravate per le carenze igienico sanitarie con lo sviluppo dell’emergenza di Covid-19, tanto che dagli addetti al servizio, tra i quali dall’inizio dell’epidemia si è registrata una notevole incidenza di contagi, è stata rivolta un’istanza alla direzione dell’Area vasta 1, tramite l’avvocato Giulio Maione, per la messa in sicurezza degli ambienti di lavoro. Otto mesi fa, nella sede della Potes di Marotta, avevano svolto un sopralluogo il medico competente e il responsabile del servizio di prevenzione e protezione dell’Area vasta 1, rilevando una lunga serie di carenze per i locali, i posti di lavoro, la sistemazione logistica interna, la movimentazione manuale dei carichi.

Alla fine di gennaio in via Europa 1 hanno svolto un accertamento anche i carabinieri dei Nas (nuclei antisofisticazioni e sanità) per la tutela della salute (tornati ad aprile), accompagnati dagli ispettori del servizio di prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro (Spsal) dell’Area vasta, che hanno svolto una puntuale ricognizione delle criticità dei locali, confermando anche i rilievi espressi nel sopralluogo del settembre precedente dal medico competente e dal dipartimento di prevenzione e protezione.

In quest’occasione, i carabinieri si sono rimessi ai provvedimenti di prescrizione che avrebbero emesso gli ispettori Spsal della stessa azienda sanitaria per sanare le numerose problematiche rilevate.


«Prescrizioni ottemperate»
«Quello che era sistemabile l’abbiamo sistemato - afferma ora il direttore generale dell’Area vasta 1, Romeo Magnoni -. Abbiamo ottemperato a tutte le prescrizioni e mi sembra che la nostra sistemazione sia stata accettata. Ma restano i problemi, che molto probabilmente sono insormontabili per i metri quadrati e la cubatura a nostra disposizione. Non è stato possibile ottenere dalla Cri proprietaria più spazi. Perciò abbiamo rinnovato l’avviso, pubblicato già nel gennaio scorso, per sollecitare manifestazioni di interesse per una nuova sede a Marotta. Abbiamo sei mesi di tempo».


L’idea è quella di rilevare un immobile in locazione per 6 anni, con lavori di adeguamento a carico del proprietario in sconto sui canoni. Se l’avviso andasse a vuoto come quello precedente (allora rispose una sola proprietaria, che poi si ritirò) Magnoni pensa all’acquisto di un terreno per costruire in proprio la sede, operando nel frattempo in moduli prefabbricati. Sui contagi Covid la sua risposta è netta: «Non è dimostrabile dove si sia contratto il Covid e riguardo alla sicurezza degli ambienti di lavoro mi è stato detto dalle figure competenti che tutto quello che bisognava adottare è stato espletato».

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