Nidi estivi, petizione delle mamme per i 110 bambini esclusi. L'assessore: «Posti già aumentati, nessuna modifica»

E' polemica a Pesaro sui centri estivi per bambini
E' polemica a Pesaro sui centri estivi per bambini
di Thomas Delbianco
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Domenica 22 Maggio 2022, 10:04

PESARO - Sono 110 i bimbi fuori dai nidi estivi, via alla raccolte firme delle mamme. Ma il Comune si difende e replica all’opposizione. «Abbiamo aumentato asili e contributi per 100mila euro», dice l'assessore Camilla Murgia. 

Il sasso lanciato
A lanciare il sasso sono stati i consiglieri comunali di centrodestra Giulia Marchionni e Dario Andreolli,che venerdì hanno informato, in merito all’uscita delle graduatorie per i nidi estivi nella fascia 0-3 anni, che vedono 110 bambini rimasti esclusi, oltre alla lista d’attesa con 250 famiglie per i servizi estivi dai 3 a 6 anni. Se per la fascia della scuola dell’infanzia nel caso di esclusione si potrà sempre ricorrere ai servizi privati, potendo anche usufruire del voucher offerto dal Comune e per il quale da venerdì si sono aperte le domande, per i bimbi più piccoli, esclusi dai nidi estivi, non ci sono margini nelle strutture private. 

Le agevolazioni
Per questo le mamme dei bambini che vanno all’asilo nido, comunicano di aver avviato una raccolta firme: «Il 50% dei bimbi è dentro, ma un altro 50% è rimasto fuori dai servizi estivi - riferisce Veronica Gasparri, presidente nido Girotondo Vismara - una situazione che va ad aggiungersi al problema, già emerso alcune settimane fa e che ha creato confusione, sulla localizzazione dei plessi.

Pensare che noi da Vismara dobbiamo portare i bambini a Santa Veneranda. Obiettivo della petizione? L’apertura di altri asili, tutti i bimbi devono trovare posto per quest’estate». 

Paragoni impossibili
Ieri l’assessore alla crescita Camilla Murgia, ha replicato, in primis partendo da una risposta ai consiglieri di centrodestra evidenziando numeri e aspetti positivi delle operazioni messe in campo, e non aprendo, in base ai contenuti di quanto riferito dall’amministratrice, alla possibilità di modifiche al piano già impostato.

«Un nido in più capace di ospitare 50 bimbi, 100mila euro di contributi “straordinari” per le famiglie, una strategia integrata che permette di dare risposte puntuali senza piegarsi al caro-bollette. Prima del Covid-19, nel 2019, i nidi estivi erano 4 e le scuole materne estive 5. Nel 2020-2021, per recuperare le chiusure invernali, lo Stato ha messo risorse che ci hanno consentito di aprire 12 nidi estivi e 12 scuole dell’infanzia garantendo il distanziamento (le cosiddette “bolle”). Una misura eccezionale per un periodo eccezionale che si è concluso, così come sono terminati i contributi straordinari dello Stato; per questo ogni paragone con quel biennio è improprio, o in malafede». 

Il conteggio
Per rispondere alle esigenze delle famiglie, analizzate dai Servizi educativi, per il 2022 - continua Murgia - Il Comune ha previsto l’apertura di 5 nidi e 5 “materne”: aumentando di fatto di 50 posti l’accoglienza della fascia 0-3 rispetto al 2019. Famiglie che possono usufruire anche dei buoni Inps per la frequentazione dei centri estivi aggiunge l’assessora.

«Sono numeri che rispondono all’aumento di richieste, e a cui si aggiungono le risorse rimborsate alle famiglie che utilizzeranno i centri estivi: più 40.000 euro per la fascia 6-14 anni (più di 250 nuclei), più 30.000 euro per i 3-6 anni: circa 200 famiglie con i contributi per cui è possibile fare domanda online fino al 4 giugno. Risorse che impiegate per l’apertura di un nido (la spesa per garantirlo attivo a luglio ed agosto è di poco meno 30mila euro), avrebbero accontentato circa 50 famiglie, e magari lasciato in difficoltà i nuclei più fragili economicamente».

Camilla Murgia puntualizza anche la scelta dell’Isee con tetto a 15 mila euro: «Purtroppo, dati alla mano, sono tante le famiglie pesaresi con un reddito basso relativo al 2020. Rivendichiamo il principio secondo il quale le risorse pubbliche devono essere destinate a sostenere prioritariamente chi non è in grado di farlo autonomamente, a chi ha poco e deve farcela con meno». 

Lo sbarramento
«La Regione mette come sbarramento di contributo alla studio un Isee di 10mila euro, ben più basso - conclude l'assessore -. I Comuni intorno a noi non hanno messo in campo servizi comunali per quella fascia di età». 

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