L’agriturismo chiuso per nubi di polvere. La protesta del titolare della "Caprareccia": ripresa l’attività estrattiva

L’agriturismo chiuso per nubi di polvere. La protesta del titolare della "Caprareccia": ripresa l’attività estrattiva
L’agriturismo chiuso per nubi di polvere. La protesta del titolare della "Caprareccia": ripresa l’attività estrattiva
di Veronique Angeletti
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Giovedì 9 Giugno 2022, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 03:12

PIOBBICO  - Chiuso ieri purtroppo per nubi, l’agriturismo “la Caprareccia” di Piobbico. Un ristorante di 150 coperti, camere e appartamenti con solarium, piscine a plurale di cui una alimentata da acque sulfuree ed uno scivolo lungo 22 metri. Chiuso per nubi portatrici non di pioggia ma di polvere. Di quella generata dall’attività della cava di Borgo Cerbara che dista poche centinaia di metri in linea d’aria.

Cava dismessa ufficialmente nel 1997 come le altre 466 cave pesaresi “definitivamente terminate” che il piano provinciale delle attività estrattive (Ppae) 13 anni dopo, nel 2010, ha di nuovo ritenuto “sfruttabile” anzi nel gergo delle miniere “coltivabile” e pure ampliabile rendendo difficile all’attività turistica volti  a ospitare buongustai e viaggiatori.

Così difficile che uno dei fratelli soci proprietari, Andrea si è trovato un altro lavoro mentre Massimo ha dovuto trasferire la sua famiglia nel paese di Acqualagna. «Perché – spiega – non è possibile vivere nella polvere. Niente è al riparo».


Inizia male la stagione per l’agriturismo alle falde del massiccio del Nerone. Non sa più a che santi rivolgersi. Spera è vero nella convocazione, entro la fine dell’anno, da parte del  Tribunale di Urbino sull’ultimo esposto. La vertenza è iniziata nel 2017 per danni ricevuti a seguito di emissioni di polveri e condizioni di pericolo all’incolumità degli operatori e di hi ci soggiornava. Anche se ciò che oggi preme Massimo è avere delle risposte da parte della Provincia, del Comune e del gruppo proprietario della cava.

Spiega: «Abbiamo comprato terre e case nel 1980 quando la cava era sì operativa ma lavorava ad una quota minore e l’attività lavorativa creava pochi disagi. Poi è stata dismessa sottolineo “per il suo notevole impatto sul paesaggio” nel ‘97. A quel punto abbiamo investito, ristrutturato altri casolari, creato un’offerta ricettiva completa poi, nel 2010, la decisione di autorizzare la riapertura e anche di ampliarla. Ci sarà qualcuno che si accorgerà del nostro disagio?».

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