Rifiuti, il piano d'ambito passa con la spaccatura tra i sindaci. Divisioni profonde nel Fanese

Il presidente dell'Ata 1 rifiuti e della Provincia di Pesaro Urbino, Giuseppe Paolini
Il presidente dell'Ata 1 rifiuti e della Provincia di Pesaro Urbino, Giuseppe Paolini
di Véronique Angeletti
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Venerdì 1 Ottobre 2021, 08:52

PESARO - La versione positiva della tempesta perfetta, il piano d’ambito dei rifiuti votato ieri dai sindaci del Pesarese. Dove al massimo beneficio, il voto, corrisponde il massimo danno: 40 emendamenti e il parere contrario di Fano, Cartoceto, Colli al Metauro, Mondolfo, San Lorenzo in Campo, Sassocorvaro-Auditore e Terre Roveresche. Alcuni erano parti attive del tavolo ristretto che, quel piano, lo ha davvero costruito.

Il che fa arrabbiare - e molto - il sindaco di Urbino, Maurizio Gambini, che chiede d’urgenza la convocazione del gruppo per fare i conti ma, questa volta, a porte chiuse. «Habemus planum ed è quello che conta» modera il presidente dell’Ata e della Provincia Giuseppe Paolini.

Fa leva sul voto favorevole di 33 enti (pari al 70,41% delle quote) dei 40 presenti. Anche se pure lui s’interroga sulle ragioni di tanti emendamenti addirittura in contrasto con le norme dell’Autority (Arera), dell’Ata o della Regione.

L’ampliamento controverso
Tuttavia Paolini ammette, a fine assemblea, che erano necessari poiché la proposta tecnica alcune richieste fatte da tempo non le aveva recepite. Cita «la coerenza e l’impegno di Montelabbate, di inserire il “compostaggio di prossimità” e quella di San Costanzo di condizionare ai bisogni reali l’ampliamento di Monteschiantello di Fano». L’unica discarica che rimarrà operativa per tutta la provincia con la chiusura di Ca’Lucio di Urbino e Ca’ Asprete di Tavullia. «Ampliamento – ricorda - votato non dall’Ambito ma dal Comune di Fano e dall’Aset».

Contento ma non felice Filippo Sorcinelli, il sindaco di San Costanzo. «Sono soddisfatto perché è stato accolto dai sindaci l’emendamento che cassa l’ampliamento della discarica fanese dalla maggior parte delle frasi ma mi pesa che non ho avuto l’appoggio né da Fano e né da Tavullia. Purtroppo, devo constatare che il Comune che mi è confinante ha una sensibilità diversa sull’ambiente, la salute, l’ecologia e non tenga conto un minimo delle legittime preoccupazioni dei miei concittadini e nemmeno dei fanesi che vivono a margine della discarica come quelli di Caminate, Metaurilia e di Tombaccia. Cittadini che, dopo 43 anni di discarica, vorrebbero avere altre prospettive».

I soddisfatti e i delusi
Anche Gabicce Mare esce soddisfatto. «Ho portato in assemblea – spiega il sindaco Domenico Pascuzzi – solo i tre emendamenti con parere tecnico positivo». Il concetto dell’utenza-equivalente fondamentale in sede di calcolo dell’entità dei servizi standard, della frequenza di raccolta, della dotazione di mezzi per un comune turistico; la misurazione volume peso di ogni singola frazione di rifiuti nelle isole intelligenti ed il lavaggio dei contenitori interno ed esterno Terre Roveresche con San Lorenzo in Campo e Mondolfo sono stati i più prolifici: ben 13 proposte. «Abbiamo votato contrario – spiega il sindaco Antonio Sebastianelli e il laurentino Davide Dellonti – perché senza i nostri emendamenti, il piano non mette al riparo di eventuali aumenti della tariffa e non garantisce nemmeno i livelli di qualità che, gestendo in proprio per il momento garantiamo ai nostri concittadini».

Il Comune di Fano sconfitto
Il Comune grande sconfitto però è Fano e la sua proposta di Tmb. Nessuno dei 5 emendamenti sul trattamento meccanico biologico sono stati ritenuti ammissibili dai vertici tecnici dell’Ata. Un parere per la maggior parte dei sindaci, saldo ed inamovibile punto di riferimento. Bocciata la proposta di togliere dal iano “procedure autorizzative in corso”, bocciata la sostituzione con la parola “adeguate” quelle di un impianto non inferiore a 95mila tonnellate all’anno e più di tutto bocciata la richiesta di fare dell’Ata la stazione appaltante. Di fatto, in merito, chiara è la dichiarazione conclusiva del presidente Paolini: «Per quanto riguarda il trattamento della frazione organica, il piano non prevede un impianto in quanto sono in corso due procedure autorizzative per altrettanti impianti di recupero delle frazioni organiche dei rifiuti differenziati e di sfalci e potature a libero mercato». Corre il progetto di Marche Multiservizi, con quello di Feronia. Al palo restano il Comune di Fano e Aset. 

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