Maxi discarica, impegno trasversale: «Così ora si può fermare il progetto»

Maxi discarica, impegno trasversale: «Così ora si può fermare il progetto». Nella foto l'area di Riceci di Petriano scelta per l'impianto e, nei riquadri, Matteo Ricci e Marta Ruggeri
Maxi discarica, impegno trasversale: «Così ora si può fermare il progetto». Nella foto l'area di Riceci di Petriano scelta per l'impianto e, nei riquadri, Matteo Ricci e Marta Ruggeri
di Lorenzo Furlani
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Sabato 3 Giugno 2023, 05:05 - Ultimo aggiornamento: 14:09

PETRIANO - L’impegno politico dichiarato contro la maxi discarica di rifiuti produttivi di Riceci di Petriano, nel piano aziendale di Marche Multiservizi, è trasversale ma la tensione dei residenti del territorio resta alta.


L’iter in Provincia


Infatti, allo stato attuale dell’iter, è tutt’altro che scontato che il progetto di un impianto per sotterrare 5 milioni di tonnellate di rifiuti in una valletta a forma di anfiteatro nel tipico paesaggio marchigiano possa essere fermato. Sia per l’intuibile opportunismo di certe dichiarazioni politiche finora espresse, sia per le procedure tecnico amministrative dell’autorizzazione in capo alla Provincia, in buona parte indipendenti dalla politica.

Perciò la capogruppo regionale del M5S Marta Ruggeri propone alla giunta Acquaroli un’interpretazione autentica del piano regionale dei rifiuti, che sarebbe teoricamente capace di bloccare il progetto.

Il silenzio di Marche Multiservizi

In questo clima di conflittualità sociale per una mobilitazione che si fa sempre più ampia a tutela di un territorio in vista di Urbino vocato all’agricoltura biologica, perdura il silenzio della governance di Marche Multiservizi sulla strategia aziendale che si cela dietro l’acquisto per 2,9 milioni di euro (a dicembre 2022) del 40% del capitale della società Aurora di Rimini, che propone la maxi discarica.

 

Gambini sempre più isolato

L’unica figura istituzionale che appoggia il progetto, seppure con dichiarazioni prudenti e talvolta reticenti, è il sindaco di Urbino Maurizio Gambini, ma gli alleati della sua maggioranza di centrodestra non paiono d’accordo.

Di Marche Multiservizi, società pesarese dei servizi pubblici locali del gruppo Hera con capitale a maggioranza pubblico, il Comune di Urbino detiene il 3,9% delle azioni. Ben più rilevante è la partecipazione del Comune di Pesaro, con il 25,5%, (secondo socio dopo Hera, che ha il 46.7% delle azioni).


La linea del Pd


Il sindaco Matteo Ricci, chiamato in causa dalla segretaria provinciale del Pd Rosetta Fulvi, che ha espresso la contrarietà del partito al progetto dicendo che il sindaco di Pesaro non è mai stato informato, fa sapere che renderà nota la sua posizione all’assemblea dei soci di Marche Multiservizi convocata martedì mattina per azzerare i maxi aumenti dei compensi agli amministratori deliberati nella precedente riunione.

La presa di posizione del Pd provinciale ha suscitato la protesta del centrodestra (Lega e FdI) per il tentativo di scaricare le responsabilità politiche essendo nominata dalle amministrazioni locali di centrosinistra una parte significativa dei membri del cda di Marche Multiservizi, ma l’auspicio di chi si oppone al progetto è che si possa innescare la stessa dinamica di sconfessione delle scelte assunte che ha portato a questa revoca.

Nel frattempo, Marta Ruggeri annuncia una mozione urgente in consiglio regionale chiedendone la discussione nella seduta di martedì prossimo con la proposta all’assessore all’ambiente Aguzzi di un grimaldello per scardinare il meccanismo burocratico dell’iter autorizzativo presso la Provincia.


La mozione presentata


Ruggeri ricorda che una sua precedente mozione, che intendeva mettere in sicurezza il territorio dal mega impianto per rifiuti industriali aumentando le distanze consentite dai centri abitati, è stata bocciata a febbraio perché Aguzzi aveva detto che a Riceci la discarica non si sarebbe potuta realizzare con le norme già vigenti.

Poi è emerso che il progetto si basa sulla nuova disciplina in vigore dal 2021 che classifica come urbana buona parte dei rifiuti delle attività produttive sfruttando perciò la norma regionale che consente di avvicinare le discariche in cui si smaltiscono soprattutto rifiuti urbani fino a 500 metri dai centri abitati.

I rifiuti di origine domestica

Il provvedimento di interpretazione autentica del piano dei rifiuti, già adottato dall’assessore Aguzzi in un’altra circostanza, dovrebbe semplicemente rilevare che la norma in questione si riferisce ai rifiuti di provenienza domestica e non a quelli di origine produttiva.
 

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