Parrocchie, la rivoluzione d’autunno: 5 preti cambiano chiesa. Don Marco Di Giorgio lascia Pesaro per Vallefoglia

Don Marco Di Giorgio
Don Marco Di Giorgio
di Simonetta Marfoglia
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Domenica 14 Giugno 2020, 09:28 - Ultimo aggiornamento: 10:08
PESARO - La rivoluzione d’autunno per l’Arcidiocesi di Pesaro si annuncia quando l’estate astronomica (ma anche meteorologica) non è ancora arrivata, attraverso uno stringata quanto inequivocabile nota in cui l’arcivescovo Piero Coccia ufficializza le sue decisione sui trasferimenti dei sacerdoti da una parrocchia a un’altra. E questa volta nei cambi e ricambi che si avvicendano tradizionalmente a settembre non è esagerato parlare di rivoluzione, complice anche il pesante tributo che la chiesa locale ha pagato al Covid in termine di religiosi deceduti e con sedi “pesanti” rimaste vacanti tra cui Cristo Re e Montecchio. 
 
Decisione da prendere
Monsignor Coccia ha preso tempo aiutato in questo senso anche dal prolungato lockdown che ha impedito fino a poche settimane di officiare in pubblico la messa: ma la scelta non poteva più essere rimandata ed è stata comunicata alla vigilia della festività del Corpus Domini. Sono cinque i sacerdoti che si insedieranno nelle loro nuove parrocchie e tra questi figura il nome di don Marco Di Giorgio, sacerdote molto seguito, amato e popolare, chiamato a spostarsi non solo da un quartiere all’altro, ma da Comune a Comune, lasciando Pesaro per Vallefoglia. “Digio”, come tutti lo chiamano da tempo immemore, dovrà lasciare la popolosa parrocchia di San Luigi Gonzaga - dove si era insediato da alcuni anni provenendo da Candelara - per essere destinato a una parrocchia altrettanto popolosa, Santa Maria Assunta di Montecchio di Vallefoglia retta fino a poche settimana fa da un sacerdote altrettanto popolare, don Orlando Bartolucci, una delle più note vittime del Coronavirus e dei suoi postumi. Il religioso è scomparso a 76 anni poche settimane fa per le conseguenze di una ricaduta quando sembrava essere uscito fuori dal Covid che lo aveva colpito un paio di mesi prima. “Digio” sarà chiamato non solo a raccogliere il testimone di don Orlando e a riorganizzarne “l’eredità”, ma dovrà portare la sua decennale esperienza - che ne ha fatto uno dei religiosi più seguiti anche sui canali social - all’interno di una comunità in forte crescita esponenziale. Problematiche comprese. E’ invece praticamente uno scambio quello che porterà don Massimo Regini, dall’altrettanto popolosa parrocchia di San Carlo alla guida della parrocchia di Santa Veneranda dato che il parroco don Jose Jaime Gomez Guerrero sarà destinato proprio a Pantano. Tra l’altro don Regini assumerà contemporaneamente anche l’incarico di Preside dell’Istituto Teologico Marchigiano con sede ad Ancona.

Don Martin Kuttianickal dall’Unità Pastorale del Centro Storico, dove era già aiuto pastorale, viene invece destinato alla guida della parrocchia di Cristo Re, l’altra sede vacante dopo la morte il 21 marzo scorso di don Giuseppe Scarpetti che soltanto da pochi mesi aveva sostituito lo storico parroco don Giovanni Paolini. Infine, a chiudere i cambiamenti interni all’Arcidiocesi, don Ajeesh George viene nominato amministratore parrocchiale della parrocchia di Santa Maria del Porto. Novità profonde conseguenti ai drammatici eventi che hanno segnato il tempo della pandemia. Il territorio pesarese, oltre a don Orlando Bartolucci e al 69enne don Giuseppe Scarpetti in questi terribili mesi ha perso don Zenaldo Del Vecchio, morto a 90 anni lo scorso primo marzo, poi don Graziano Ceccolini, 83 anni, deceduto in ospedale, e, ancora, don Marcello Balducci, che di anni ne aveva appena 61, deceduto il 9 aprile. Impossibile, poi, dimenticare Marcello Nardelli, diacono permanente di Montelabbate morto a Pesaro, il 21 marzo, a 79 anni. 

Invito a pregare
Tutte le nuove nomine dei sacerdoti entreranno in vigore dal prossimo primo settembre. «Le comunità dei fedeli - ha concluso monsignor Coccia nella sua nota d’annuncio-sono invitate a pregare affinché questi cambiamenti siano un’occasione per crescere nella fede e nella comunione ecclesiale».
 
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