Pesaro, l'accusa di Magnifico: «Insulti
razzisti al giocatore dell'under 18»

Pesaro, l'accusa di Magnifico: «Insulti razzisti al giocatore dell'under 18»
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Mercoledì 23 Gennaio 2019, 11:34 - Ultimo aggiornamento: 24 Gennaio, 10:46
PESARO – Gravi episodi di razzismo nel campionato giovanile di basket. La denuncia è di Walter Magnifico, indimenticata stella della pallacanestro azzurro e bandiera della Vuelle Pesaro. Nel suo sfogo, affidato alle sue pagine social, Walter Magnifico, ora dirigente del Real Basket Pesaro, parla di buu razzisti ed epiteti come “scimmia di m…” rivolti dagli avversari ad un suo giocatore under 18.
 
“Vivo da sempre nel mondo del basket – scrive Magnifico -ed ho, sempre e fortemente creduto, che lo sport offra possibilità di conoscenza e di socializzazione tra ragazzi anche di culture diverse e, in questo senso, può essere inteso come veicolo di valori positivi, di educazione, civiltà ed umanità. In questo momento storico della nostra Società è più che mai fondamentale che esso rivesta un ruolo determinante e che veicoli messaggi chiari e positivi sul concetto di vera integrazione, parola di cui tutti si riempiono la bocca ma che, all’atto pratico, si stenta e non poco ad applicare realmente.
Oltre all’impegno con i giovani della mia Società, nel mio ruolo di consigliere regionale della Federazione, costantemente, insieme al Presidente ed ai miei colleghi, alle varie riunioni o nei colloqui personali con i rappresentanti delle Società, poniamo l’attenzione sul concetto di trasmettere, in particolare, alle giovani leve i principi di lealtà, rispetto, accoglienza ed integrazione, ma mai, in tantissimi anni vissuti sui campi di gioco, mi sarei aspettato di vivere direttamente un’esperienza così negativa che mi getta addosso così tanta amarezza e rabbia, soprattutto perché i protagonisti sono proprio giovanissimi atleti di 16-17 anni.
Al termine di una partita del Campionato regionale Under 18 Gold, le vergognose frasi offensive e discriminatorie che i nostri avversari, dopo aver vinto meritatamente sul campo, rivolgevano ad un nostro giocatore di colore, nella permanenza in spogliatoio delle squadre, non avevano assolutamente nessuna ragione di esistere e la situazione non è degenerata solo grazie alla correttezza dei nostri ragazzi, che hanno lasciato l’impianto delusi ed amareggiati, senza mettere in atto nessuna reazione offensiva se non difendendo educatamente il proprio compagno.
Le oltraggianti parole come “scimmia di m...”, e i “buu da stadio” che il nostro amico ha dovuto ascoltare e subìre al suo indirizzo fanno il pari con gli episodi di cui purtroppo nel mondo dello sport e del calcio, in particolare, ci troviamo a commentare quasi settimanalmente e che stridono con tutto ciò che lo sport o la presunta cultura sportiva italiana ha il diritto ed il dovere di insegnare alle giovani generazioni. La Società ospite nei giorni seguenti ha formulato le scuse al nostro giocatore, pur sottolineando il proprio disaccordo con il rapporto redatto dall’arbitro presente sul posto”.
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