Pesaro, visite private durante orario
di lavoro: 34 medici Asur indagati

Pesaro, visite private durante orario di lavoro: 34 medici Asur indagati
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Venerdì 27 Gennaio 2017, 11:35 - Ultimo aggiornamento: 28 Gennaio, 10:29
PESARO – Visite private per il rilascio ed il rinnovo di patenti durante l’orario di lavoro pubblico: 34 medici dell’Area Vasta 1 indagati dalla Guardia di Finanza. I reati ipotizzati sono di peculato, abuso d’ufficio e falso, ma per 12 di loro anche di truffa.
Le indagini, hanno portato all’esame della copiosa documentazione degli anni dal 2013 al 2015. Attraverso le investigazioni sono state ricostruite diverse condotte irregolari poste in essere da alcuni medici operanti in modalità intramoenia presso gli ospedali e/o ambulatori esterni convenzionati, in relazione all’effettuazione delle visite mediche private necessarie al rilascio/rinnovo delle patenti di guida per natanti ed autoveicoli. In questi casi la prassi adottata è quella di recarsi presso gli uffici dei medici abilitati, messi a disposizione dall’Azienda sanitaria, per sottoporsi a visita e pagare un importo di 30 o 42 euro a secondo del tipo di patente da rilasciare. E’ il medico stesso che, dopo la visita, invia il certificato, da lui firmato, al Ministero. Lo svolgimento di tali prestazioni, erogate al di fuori del normale orario di lavoro, consente ai medici di incassare un premio di esclusività del 25% per ogni visita eseguita, mentre il 75% viene incamerato dall’Ente Ospedaliero. La disamina degli elementi acquisiti (tabulati telefonici, prenotazioni, fatture e testimonianze) nel corso delle indagini ha permesso così di evidenziare come alcuni medici, durante l’orario istituzionale di servizio, anziché svolgere le mansioni sanitarie presso i vari reparti ospedalieri, eseguivano di fatto visite private per il rilascio delle patenti. In tale contesto, sono stati rilevati a carico di alcuni di essi anche dei “debiti orari”, ossia ore lavorative certificate ma di fatto non rese, i cui compensi sono stati indebitamente percepiti, configurando il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato.
Dall’esito degli accertamenti è emerso, inoltre, come, pur avendo incassato il denaro contante direttamente dagli utenti visitati, alcuni medici hanno poi omesso, in qualche caso, di versarlo nella casse del servizio sanitario nazionale, ipotizzando in questo caso il reato di peculato. A seguito dell’intervento della Guardia di Finanza, l’Asur – Area Vasta 1 ha richiesto ai professionisti interessati il denaro pagato dai contribuenti sottoposti a visita e non versato dai medici, quantificato in circa 40 mila euro. In conclusione, 12 medici sono stati denunziati per il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato, mentre per i restanti 22 si ipotizzano, a vario titolo, i reati di peculato, abuso d’ufficio e falso.
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