PESARO - L’accusa è di quelle pesanti: aver intascato oltre 600mila euro da una famiglia che sperava di avere un risarcimento per colpa medica dato che il figlio era diventato gravemente disabile dopo un parto che ha portato a danni irreversibili. I fatti che sono stati illustrati in Tribunale si consumano a Milano, ma il processo viene incardinato a Pesaro perché alcuni conti della società sono transitati proprio nella nostra provincia. Ed è coinvolto anche un avvocato pesarese.
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Così ieri mattina si è aperta l’udienza a carico di un 46enne di Ravenna e per la società gestita da lui e dal padre.
Ieri mattina in Tribunale a Pesaro si è avuta l’apertura del dibattimento che vede imputato il 46enne a cui viene contestato il reato di truffa. Secondo le indagini il professionista si sarebbe presentato come specializzato in attività giudiziale per l’accertamento di responsabilità di colpa medica. Il tutto pur non avendo titolo di avvocato e quindi, nei fatti, abusando della buona fede dei clienti che vi si affidavano. In particolare tra le vittime è finita anche una coppia, descritta dalle carte «in uno stato di vulnerabilità e straordinario disagio emotivo», uno stato di estrema fragilità causato dal fatto che il figlio era rimasto paralizzato e cieco a causa di un errore medico. L’uomo avrebbe convinto la coppia a sottoscrivere con la società un mandato per la tutela legale con una classe di rischio inferiore. Qui era entrato in scena un avvocato pesarese per intentare la causa civile di risarcimento a Milano.
Il rischio di perdere la causa era basso ma l’uomo avrebbe indotto a pensare alla coppia che avrebbe perso la causa con il rischio di dover quindi pagare le spese del costoso processo, i medici e la casa di cura competente. La società del 46enne si sarebbe accollata il rischio di dover pagare tutte le spese della causa in caso di esito sfavorevole e, in cambio, avrebbe avuto il diritto di trattenere il 30% dell’eventuale risarcimento ottenuto. Il tribunale conferma la colpa medica ipotizzata a carico dei sanitari e stabilisce il gravissimo danno subito dal minore. Il danno veniva fissato in 2 milioni di euro. La società avrebbe quindi stabilito il compenso di ben 624 mila euro, maggiorato del 100% rispetto agli importi iniziali. E anche l’avvocato ne avrebbe ricevuto una parte.
E’ qui che si gioca la partita in tribunale, su questa somma considerata dall’accusa ottenuta e richiesta in maniera fraudolenta. A maggio dell’anno prossimo si terrà la prossima udienza, a cui si unirà anche il procedimento che riguarda l’avvocato pesarese, che è finito tra gli imputati. In aula, a sostenere la famiglia, già provata da un evento così tragico, figura l’avvocato Gabriele Origgi, del foro di Milano. Ieri mattina sono state respinte le eccezioni della difesa dell’imputato che oggi risulta trasferitosi a Dubai.
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