PESARO È a buon punto il restauro architettonico di Villa Vitri, acquistata tra il 2016 e il 2017 dall’imprenditore Alceste, leader della refrigerazione e sponsor dello sport a tutto campo, che tra pochi giorni festeggia i gloriosi 80 anni (è nato il 18 ottobre del 1943). Il suo team in questo caso di architetti, geometri e designer d’interni che ha lavorato al progetto, e che ora non perde d’occhio i lavori di una ristrutturazione «più filologica possibile», afferma all’unisono che quando la figlia dell’industriale, Roberta Vitri, ci andrà ad abitare con la famiglia respirerà l’atmosfera dei primi del Novecento. La residenza, ex Villa Donati Boscia, è stata costruita nel 1924 sulla base del progetto di Giuseppe Brega che operò in tandem con Ruggeri per la sua dimora floreale. È il secondo edificio, quello di Vitri, a sorgere in questa nuova area di espansione. Aria di ”Belle époque” e profumo di mare, dunque, per un investimento di rilievo tra acquisto e ristrutturazione.
L’impegno
«Quella dell’imprenditore di Vallefoglia è una delle poche famiglie che si poteva permettere un restyling tanto impegnativo e oneroso - spiega l’architetto Davide Della Chiara che guida i lavori sulle linee del progetto di recupero curato dal suo studio associato Métis e Téchne e con la direzione artistica di Telemaco -.
Realizzano i lavori la ditta Mulazzani Costruzioni e alcune imprese in subappalto. Il muretto di cinta floreale ad accogliere la famiglia, l’ingresso su viale Trieste angolo viale Vaccaj che conduce a un portico nel piano rialzato, al quale si accede da un’elegante scala in graniglia aperta a ventaglio nel giardino di 463 mq. L’edificio si sviluppa su 4 livelli di 601 mq: seminterrato, rialzato, primo piano e sottotetto non abitabile. Due unità immobiliari che diventeranno una sola abitazione di 460 mq più 141 mq di soffitta. La facciata è impreziosita alle finestre da trifore su due livelli e bifore nelle pareti laterali, un balcone con le stesse decorazioni floreali, sobrie ed essenziali, che si ritrovano nel resto dell’edificio. Persino sul tetto spiccano elementi liberty in metallo con la funzione di parafulmine.
«La dimora apparteneva agli eredi della famiglia Donati Boscia, proprietaria della casa, ed era il secondo in ordine di tempo dei 20 villini della “Città giardino”. Vitri l’ha acquistata con l’intenzione di eseguire un’opera di salvaguardia dell’immobile, che si trovava in uno stato di degrado diffuso, e soprattutto della ricchezza della facciata, con l’obiettivo di riportare la villa al suo originario splendore, ripristinando i valori storici. Un lavoro filologico che si è rifatto anche al progetto dell’epoca di Brega».
Le opere hanno preso il via il 18 giugno e lo staff presume di concluderle ad aprile 2024, in ogni caso l’abitabilità sarà data entro la fine del prossimo anno. L’intervento ha seguito l’iter delle pratiche edilizie in Comune. La giunta ha adottato e approvato il piano di recupero di iniziativa privata ed è stata stipulata la convenzione urbanistica tra le parti. Poi la ditta Vitri ha inoltrato la Scia, la Segnalazione certificata di inizio attività, per un impianto di video-sorveglianza all’angolo sud di piazzale della Libertà, di fronte al Polo, da realizzare come onere d’urbanizzazione al servizio della città (costo 5.000 euro). Progetto integrativo approvato in giunta a fine settembre.
I vincoli
Un restyling d’intesa con la Soprintendenza, essendo l’edificio vincolato: «Ridotte all’osso le trasformazioni, per l’isolamento termico abbiamo collocato sul tetto solo 4 centimetri di pannelli. I principali obblighi sono stati il mantenimento della scala interna di pregio, una pavimentazione antica e le decorazioni esterne». Lo studio Telemaco «si occupa invece degli arredi e dei materiali in stile per ricreare l’atmosfera delle origini. Abbiamo lasciato anche tre radiatori del 1920, simbolici, perché il riscaldamento è quello sotto il pavimento meno invasivo».
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