Pesaro, video e foto live sui social: l'assessore anti truffe smaschera altri flasi sordi

Pesaro, video e foto live sui social: l'assessore anti truffe smaschera altri flasi sordi
Pesaro, video e foto live sui social: l'assessore anti truffe smaschera altri flasi sordi
di Elisabetta Marsigli
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Giovedì 18 Giugno 2020, 05:05 - Ultimo aggiornamento: 12:45

PESARO - A volte ritornano: sono falsi invalidi, finti disabili, questuanti fittizi che gironzolano per il centro chiedendo un obolo. Anche per loro è finito il lockdown. Ma sulle loro tracce c’è l’assessore all’Operatività Enzo Belloni ormai diventato uno smascheratore seriale di chi si finge portatore di handicap per racimolare denaro puntando sul buon cuore dei passanti. 

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Un po’ come il Cirano gucciniano lui non perdona e tocca: non ha una penna ma la videocamera dello smartphone con cui immortala e denuncia (denuncia doppia via social e alle forze dell’ordine) chi vuole approfittare del buon cuore e della buona fede altrui. E’ successo in passato e si è ripetuto anche ieri mattina quando in centro storico l’assessore si è scagliato metaforicamente contro dei fintissimi sordi che ieri mattina stazionavano nella zona tra il teatro Rossini e l’ospedale San Salvatore chiedendo soldi e facendo firmare dei fogli in cui dichiaravano che le “donazioni” erano a favore di scuole per bambini sordi.
 
Così Belloni subodorano l’inganno si è messo a seguirli, a riprenderli con una denuncia video in diretta («Non è vero nulla, fate attenzione»)segnalando contemporaneamente il tutto alle forze dell’ordine. Una questione di sensibilità e di rispetto per chi lo è davvero: «Sono facilmente smascherabili, perché non è assolutamente vero che sono sordi e ci sentono benissimo. L’ultimo video postato su Facebook lo dimostra. - racconta Belloni - Il problema è che molte persone potrebbero cascarci: il foglio che presentano è su una pseudo carta intestata di un istituto europeo, una sorta di documento semi-ufficiale, per cui i tuoi soldi andrebbero spesi per una buona causa e te lo fanno anche firmare. So perfettamente che tutte le associazioni di sordi o ciechi non utilizzerebbero mai simili metodi per raccogliere fondi e quindi è una vera e propria truffa organizzata». Tornano in mente quelli che giravano, anni fa, per i tavoli dei ristoranti, lasciando oggetti. «Quelli almeno erano veramente sordi, lo so perché mio figlio più di una volta ha interagito con loro attraverso la lingua dei segni. C’era sicuramente un’organizzazione dietro, perché tutti vendevano le stesse cose, ma si poteva sperare che qualche soldo andasse anche a loro. Qui è diverso: non va bene essere truffati, soprattutto pensando di fare del bene. Sono poi tutti ragazzini ed è facile cascarci». Belloni ha segnalato alla Questura l’ultimo episodio di ieri mattina, compresa la targa rumena dell’auto che li passa a prendere (in questo caso i due finti sordi erano un ragazzo e una ragazza) e invita i cittadini a fare la stessa cosa: «Chiamate il 113 o il 112, postate le loro foto su Facebook in modo che siano riconoscibili. È l’unico modo per cacciarli».

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